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La CAO invita i presidenti di Albo a vigilare sulle cliniche low-cost. Renzo: “convocate i direttori sanitari per spiegare i rischi che corrono”
[giovedì 10 giugno 2010]

Dopo la notizia della “fuga” dei titolari del centro odontoiatrico di Milano, il presidente della CAO nazionale Giuseppe Renzo scrive ai presidenti degli Albi provinciali chiedendo di vigilare per impedire che si possano verificare altri fatti simili.

“La vicenda –scrive Renzo- conferma la correttezza della posizione che abbiamo sempre assunto di contrasto al proliferare di iniziative di “odontoiatria low-cost” che dietro la “consueta motivazione” di abbassare i costi nascondevano soltanto il desiderio di guadagni immediati a discapito di una vera tutela della salute odontoiatrica”.

Augurandosi che la magistratura riuscirà a compiere il suo dovere ed i danni procurati ai pazienti possano essere sanati, il presidente CAO ricorda l’impegno degli Ordini nel controllo del rispetto delle leggi e del codice deontologico da parte dei propri iscritti.

A conferma viene ricordato come il Consiglio Nazionale del 4 giugno scorso abbia sollecitato, scrive il dott. Renzo, i presidenti CAO “di convocare i direttori sanitari di queste cliniche (Vitaldent, Dental Pus e quant’altro) allo scopo di rendere edotti i giovani colleghi, che spesso vengono coinvolti in questi incarichi sfruttando anche la loro ingenuità, sulle responsabilità penali che la legge attribuisce loro per quanto concerne la qualifica degli operatori che lavorano nei centri, la diffusione di messaggi pubblicitari distorsivi ed ingannevoli e l’adeguatezza delle strutture sanitarie”.

Presidente CAO che coglie l’occasione del fatto di cronaca per ricordare, all’Antitrust in particolare, come spesso l’Ordine sia stato tacciato di corporativismo impedendo la libera concorrenza. “Quello che sta accadendo –conclude Renzo- è la migliore dimostrazione che forse non sbagliavamo quando pur fra tante difficoltà denunciavamo i problemi di un’ odontoiatria “imprenditoriale”, dimentica della sua natura di professione intellettuale fatta secondo le regole del commercio e della vendita e non della deontologia professionale”.


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