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Il Consiglio di Stato blocca a Rovigo un ambulatorio odontoiatrico gestito da un consorzio di odontotecnici all’interno di una Casa di cura
[mercoledì 27 aprile 2011]

Rimane chiuso l’ambulatorio odontoiatrico all’interno della Casa di cura Iras di Rovigo dopo che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della CAO provinciale e di ANDI Rovigo contro la decisione del Comune di autorizzare una struttura odontoiatrica all’interno della Casa di cura comunale gestita da un consorzio di odontotecnici, il Cov.

La vicenda risale a un anno e mezzo fa quando il Cov aveva ottenuto, vincendo una gara pubblica di assegnazione, l’autorizzazione ad aprire all'interno della Casa di cura una struttura odontoiatrica con tanto di direttore sanitario; lo stesso di altri ambulatori odontoiatrici attivati dal Cov nella Regione.

“Lo studio attrezzato con tre riuniti non è mai diventato operativo –ci spiega il dott. Bruno Noce, presidente provinciale CAO e presidente ANDI Rovigo- in quanto nel frattempo il CdA della Casa di cura che aveva predisposto la gara per l’assegnazione era decaduto e quello nuovo aveva ritenuto di approfondire meglio i termini dell’assegnazione ritenendo “curioso” il fatto che a vincere la gara per la gestione fosse un consorzio di odontotecnici”.

“Il nuovo CdA ci ha segnalato la cosa –continua il dott. Noce- e come CAO ed ANDI ci siamo attivati per cercare di impedire l’apertura dell’ambulatorio appellandoci al Tar Veneto e successivamente al Consiglio di Stato in quanto il Tar ci aveva dato torto. Ma non solo, visto che il Consorzio aveva anche prospettato ad altri soggetti pubblici, enti e associazioni, possibili convenzioni a prezzi calmierati abbiamo denunciato la cosa all’Autorità garante per la concorrenza del mercato e siamo in attesa del suo pronunciamento”.

In realtà, spiegano i dentisti, non si tratterebbe di prezzi calmierati ma del puro scorporo dal costo totale della prestazione di tutte le voci che la compongono.

Il Consiglio di Stato ha quindi concesso la sospensiva negata in primo grado dal Tar del Veneto condannando il Comune e il Consorzio odontotecnici (Cov), in solido, al pagamento delle spese legali. In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza il dott. Noce ci dice che i giudici amministrativi avrebbero in particolare giudicato il fatto che tutte le strutture odontoiatriche gestite dalla Cov abbiano lo stesso direttore sanitario può costituire un rischio per la tutela della salute del paziente.

 


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