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Delogu (AIO), Prada (ANDI) e Renzo (CAO) su riforma previdenziale ed ordinistica
[lunedì 7 novembre 2011]

Grazie al lavoro dell’Ufficio Stampa FNOMCeO, pubblichiamo per gentile concessione le intervenite ai presidenti nazionali AIO, ANDI e CAO a margine del Convegno organizzato da ENPAM “Le strategie del cambiamento” organizzato a Roma venerdì e sabato scorsi.

Intervista a Giuseppe Renzo, presidente della Commissione Albo Odontoiatri della FNOMCeO

Presidente, la Professione odontoiatrica si presenta oggi unita: come siete arrivati a tale risultato, che rappresenta, per così dire, un’inversione di tendenza rispetto al passato anche recente?

È vero, siamo riusciti a innescare un’inversione di marcia, e questo trasmette un messaggio di grande forza della Professione odontoiatrica. Siamo in un momento storico di positiva unitarietà dell’Odontoiatria, che si presenta compatta per affrontare le criticità.  Abbiamo adottato, tutti insieme, un modus operandi  che si poggia su ruoli condivisi e sul convincimento che vadano privilegiati gli interessi generali e non quelli particolari.

Andate oltre le diversità, nell’interesse della Professione, dunque …  ma tali peculiarità troveranno, in futuro, un luogo di incontro?

Certamente: abbiamo già pianificato un lungo momento di confronto tra i tre presidenti, della Cao, dell’Aio, dell’Andi, per poter trovare una sintesi delle diverse attività. Da questo incontro è già nato, come primo importante traguardo, il Documento che abbiamo presentato congiuntamente al Convegno.

In questo momento storico, pensate sia ancora attuale il ruolo degli Ordini professionali?

Oggi più che mai gli Ordini sanitari devono rafforzare il loro ruolo a tutela della Salute dei cittadini. E proprio su queste importanti questioni, la Cao nazionale organizzerà un incontro di riflessione il 16 e 17 dicembre prossimi.

 

Intervista a  Gianfranco Prada, presidente Associazione Nazionale Dentisti Italiani

 

Presidente, questa spinta all’autonomia porterà a un distacco dalla componente medica?

Assolutamente no: l’Enpam deve restare Ente unico dei Medici e degli Odontoiatri. È vero, la nostra Professione ha delle specificità, anche dal punto di vista previdenziale. Si tratta, infatti, di una Professione “giovane”, quindi con minori criticità in termini di sostenibilità pensionistica. Ne abbiamo discusso, e abbiamo deciso che vogliamo restare all’interno dell’Ente unico, anche se non più rappresentati per contrattazione sindacale, ma secondo regole stabilite dalla normativa.

Come pensate di ottenere questo risultato?

Presentandoci forti e uniti, con una richiesta condivisa da tutte le espressioni della professione odontoiatrica, ordinistiche e sindacali, in modo da ottenere il massimo risultato in termini di rappresentatività.

Nel Ddl che prevede la Riforma degli Ordini non è passata l’istituzione dell’Ordine degli Odontoiatri. Vi sentite “orfani di Ordine”?

Non lo siamo mai stati. Da un sondaggio tra gli iscritti Andi compiuto tempo fa, risultava che l’80% della base era contrario all’Ordine separato. Siamo per l’autonomia, ma all’interno dell’Ordine unico dei Medici e degli Odontoiatri.

 

Intervista a Pierluigi Delongu, presidente Associazione Italiana Odontoiatri

 

Presidente, vuole contestualizzarci la nascita di questo vostro documento?

Siamo in un momento storico importante per la Professione odontoiatrica: è in fase di approvazione al Senato  il Disegno di Legge che attiene, all’articolo 6,  alla riforma degli Ordini Sanitari. Alla lettera r del comma 2, è contemplata la nostra situazione di Ordini con all’interno due Albi separati, ai quali verrà riconosciuta “piena autonomia delle funzioni di rappresentanza, di gestione e disciplinari”. Chiediamo dunque che, a tale autonomia, corrisponda una giusta collocazione della componente odontoiatrica all’interno dell’Ente di previdenza.

In che modo?

In sostanza, chiediamo che la Professione odontoiatrica sia rappresentata per legge e non per consuetudine. Lavoriamo per una normativa più specifica, che inquadri l’Odontoiatria in ragione delle sue peculiarità.

Una delle ipotesi di riforma contempla l’apertura dell’Enpam ad altre professioni sanitarie. Cosa ne pensa?

Il ragionamento diventa più ampio quando si parla di apertura alle altre professioni sanitarie. Riteniamo che l’Enpam debba rimanere dei Medici e degli Odontoiatri: una combinazione vincente, che si è dimostrata sostenibile anche sul lungo periodo.


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