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Antitrust “consiglia” Parlamento e Governo su liberalizzazioni
[lunedì 9 gennaio 2012]

Le novità in tema di liberalizzazioni, promesse dal Governo per la prossima settimana, non dovrebbero toccare in modo determinante medici e dentisti. La conferma arriva dalle proposte che l’Antitrust ha inviato al Governo ed al Parlamento sulle misure da adottare in tema di liberalizzazioni.

Abolizione dei tariffari; riforma della composizione degli organi disciplinari degli Ordini; limitazione del potere degli Ordini in materia di corsi di formazione; revisione della pianta organica dei notai; eliminazione del controllo degli ordini sulla pubblicità dei professionisti i temi evidenziati.

Ad interessare medici ed odontoiatri, visto che le restrizioni su tariffe e pubblicità già sono di fatto abolite, potrà essere l’introduzione di un organismo terzo non solo composto da iscritti non eletti negli organi direttivi degli Ordini ma anche da soggetti terzi. Peraltro la manovra di agosto aveva già previsto una norma simile ma aveva escluso gli ordini legati alla salute.

Altro punto interessante è il quello che interessa la formazione ridimensionando il ruolo degli Ordini anche rispetto a quanto indicato dalla Commissione ECM. Bisognerà vedere se questa norma varrà considerata anche per le professioni che hanno, con l’ECM, già un obbligo formativo.

Interessante, sempre sull’argomento, il commento (punto per punto) pubblicato dall’avv. Silvia Stefanelli sul proprio sito.

Questo è il testo che riguarda le libere professioni inviato al Parlamento.

L’Autorità ritiene che in tale settore, al fine di completare il processo di modernizzazione già avviato e consentire ad esso di svolgere un ruolo adeguato di sostegno alla crescita nel Paese, risulta necessario introdurre le seguenti misure:

a) abolizione espressa di qualsiasi forma di tariffario e, conseguentemente, abrogazione dell’art. 3, comma 5, lett. d), del D.L. 13 agosto 2011, n. 138, convertito in legge dalla L. 14 settembre 2011, n. 148, nella parte in cui prevede che in caso di mancata determinazione consensuale del compenso, quando il committente è un ente pubblico, in caso di liquidazione giudiziale dei compensi, ovvero nei casi in cui la prestazione professionale è resa nell'interesse dei terzi si applicano le tariffe professionali stabilite con decreto dal Ministro della Giustizia;

b) esclusione della funzione disciplinare in capo agli Ordini, da attuarsi mediante modifica dell’art. 3, comma 5, lett. f), del D.L. 13 agosto 2011, n. 138, convertito in legge dalla L. 14 settembre 2011, n. 148, prevedendo espressamente che negli organi indicati nella norma per l’esame delle questioni disciplinari entrino a far parte anche membri non iscritti agli albi e, limitatamente ai consigli locali, iscritti ad albi diversi da quello territoriale di competenza;

c) limitazione dei poteri dei Consigli degli ordini alla fissazione di requisiti minimi dei corsi di formazione, senza alcuna necessità di autorizzazioni o riconoscimenti preventivi, prevedendo forme di auto-dichiarazione da parte degli organizzatori con meri controlli a campione;

d) revisione della pianta organica dei notai, di cui all’art. 4, della L. 16 febbraio 1913, n. 89, in modo da aumentare significativamente il numero dei posti di notaio ivi previsti;

e) abrogazione dell’articolo 2, comma 1, lett. b) del D.L. 4 luglio 2006, n. 233, convertito in legge dalla L. 4 agosto 2006, n. 248, nella parte in cui prevede il controllo, da parte degli ordini professionali, sulla trasparenza e veridicità dei messaggi pubblicitari veicolati dai professionisti.


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