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Professional Day: le dichiarazioni di FNOMCeO e Confprofessioni
[giovedì 1 marzo 2012]

La giornata delle professioni indetta per oggi in molte città italiane dal CUP (Comitato unitario delle professioni) registra i commenti del presidente FNOMCeO e di quello di Confprofessioni, confederazione a cui aderisce ANDI in rappresentanza dell’area odontoiatrica.

“Con tale adesione – ha dichiarato il presidente FNOMCeO, Amedeo Bianco - intendiamo esprimere la propria condivisione su alcuni tratti identitari comuni a tutte le professioni intellettuali”. “Non può e non deve esserci, nel governo dell’esercizio professionale, un antagonismo tra principi deontologici e regole di mercato. La modernizzazione dei servizi professionali passa, infatti, attraverso una responsabile sintesi dei valori che esse esprimono”.

“Ancorché con tutte le nostre specificità – ha continuato il presidente della Fnomceo – ci sentiamo parte di un grande pensiero: che le Professioni non debbano essere considerate come un costo da abbattere, ma come un prezioso snodo di modernità, di progresso, di sviluppo della produzione, oltre che  di coesione ed equità sociale”.

Più distaccato il commento del presidente Confprofessioni Gaetano Stella che ha invitato a passare dalle parole ai fatti.

“Il nostro Paese sta correndo il rischio di perdere un patrimonio di competenze e conoscenze, che sta alla base di qualsiasi ipotesi di sviluppo della società e dell’economia italiana”, ha commentato Stella attraverso un comunicato stampa. “I liberi professionisti stanno vivendo una stagione di forte incertezza, che le liberalizzazioni del governo Monti hanno contribuito ad accentuare. Il difficile contesto economico in cui operano i professionisti rimane immutato e le prospettive future presentano molte ombre. A tutto questo si aggiunge il diffuso senso di disorientamento, alimentato anche da iniziative propagandistiche che non aiutano certo i professionisti a uscire dal tunnel della crisi economica”. “Sono ben altre –continua Stella- le iniziative che servono ai professionisti: dall’accesso al credito alla semplificazione delle procedure del lavoro negli studi; dall’alleggerimento della pressione fiscale fino alla sburocratizzazione degli ordini professionali. In questa difficilissima fase Confprofessioni ha continuato in maniera puntigliosa a produrre proposte ed emendamenti presso il governo e il Parlamento per trasformare il comprensibile malessere dei professionisti in una fase propositiva che tenesse in conto il giusto equilibrio tra le istanze del lavoro professionale e le liberalizzazioni”.

 “Da tempo sollecitiamo un’organica riforma del comparto delle professioni intellettuali, che tenga conto delle loro peculiarità e che favorisca, attraverso l’ammodernamento delle strutture ordinamentali, gestionali ed organizzative degli studi, il conseguimento dei più elevati e competitivi livelli qualitativi delle prestazioni professionali”.

Un commento, quest’ultimo, particolarmente condiviso dal presidente ANDI Gianfranco Prada, che ci ha segnalato il comunicato.

“Sulle misure normative intervenute negli ultimi mesi –continua il comunicato di Confprofessioni- abbiamo evidenziato con molteplici interventi e, da ultimo, con il documento presentato il 6 febbraio 2012 alla Commissione Industria del Senato l’insufficiente coordinamento e la disorganicità, nonché taluni aspetti critici delle misure così dette liberalizzatrici. Abbiamo apprezzato le significative modifiche apportate in sede parlamentare alle norme sulle società professionali e sui sistemi tariffari, che hanno recepito alcune delle indicazioni avanzate da Confprofessioni a tutela di valori ed interessi che appartengono alla collettività prima che alle categorie professionali. Tuttavia, c’è ancora molto da fare per rilanciare il lavoro intellettuale in Italia”.

“Se davvero si vuole favorire la competitività del Paese –conclude Stella- bisogna armonizzare le specifiche esigenze di ogni singola professione in un sistema di regole che rappresenti tutte le attività intellettuali”.


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