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ENPAM a caccia di evasori, regolarizzati 11mila professionisti. Tempi duri per le società: 200 milioni di euro l’evasione accertata
[venerdì 9 marzo 2012]

Sono 11 mila i dentisti ed i medici liberi professionisti regolarizzati nel 2011 a seguito dei controlli interni, ravvedimenti volontari ed incroci dei dati con l’Anagrafe tributaria che hanno permesso alla Fondazione ENPAM di emettere provvedimenti di regolarizzazione contributiva per 35 milioni di euro. Nel corso dello scorso anno la Fondazione ENPAM ha individuato 4.718 dentisti e medici libero professionisti che non avevano correttamente indicato i loro redditi ai fini previdenziali.

“Il risultato –spiegano dall’ENPAM- è stato ottenuto incrociando i dati con l’Anagrafe tributaria, un’attività che l’ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri realizza dal 2006. Nell’aprile 2011 la Fondazione ENPAM e l’Agenzia delle Entrate hanno inoltre firmato una convenzione per la cooperazione informatica, addirittura anticipando la successiva manovra estiva del Governo, che ha esteso questa possibilità a tutti gli enti previdenziali privati”.

“Queste misure di controllo hanno riguardato gli iscritti al fondo generale – Quota B –spiegano dall’ENPAM- mirano a garantire che tutti i medici e i dentisti che fanno libera professione maturino pensioni adeguate. Molto spesso, infatti, capita che i sanitari, dopo aver correttamente dichiarato al fisco i loro redditi, dimentichino di regolarizzare la loro posizione contributiva, correndo il rischio di ricevere, al momento del pensionamento, assegni più bassi del previsto.

Ma non solo controlli nei confronti dei liberi professionisti ma anche delle società di capitale.

Gli ispettori del Nucleo di vigilanza ispettiva della Fondazione ENPAM hanno infatti controllato 430 società che avevano omesso di dichiarare fatturati per oltre 200 milioni di euro, accertando un’evasione contributiva di 4 milioni di euro.  La squadra di ispettori spiegano dall’ENPAM è entrata in attività nel marzo 2011 a seguito di un protocollo d’intesa tra la Fondazione e il ministero del Lavoro. Il nucleo è stato costituito per contrastare l’evasione contributiva delle società mediche o odontoiatriche accreditate dal Servizio Sanitario Nazionale. Queste imprese, che realizzano prestazioni specialistiche, sono tenute per legge a pagare un contributo del 2 per cento su una parte del loro fatturato annuo per finanziare le pensioni dei medici e dei dentisti che collaborano all’attività d’impresa.

Le verifiche e le ispezioni si sono al momento concentrate nel Lazio, in Campania, in Toscana e in Lombardia.

Oltre alle 430 società di capitali, gli ispettori ENPAM hanno anche individuato 30 società di persone accreditate con il Servizio sanitario nazionale per le quali le Asl non avevano versato i contributi previdenziali dovuti. Nel caso delle società di persone, infatti, l’obbligo spetta alle Asl.

“L’ENPAM –si legge in una nota- ha raggiunto anche un effetto positivo indiretto: sull’onda dell’accresciuta attività ispettiva nell’ultimo anno le società che hanno dichiarato spontaneamente i loro fatturati sono aumentate del 25% rispetto al 2010. A beneficiare dei proventi di questi controlli è il fondo pensionistico degli Specialisti Esterni, che è entrato in sofferenza proprio da quando il Servizio sanitario nazionale ha smesso di convenzionare singoli professionisti e ha cominciato ad accreditare solo società”.


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