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Gli odontotecnici indicano al Tavolo del dentale le priorità per salvare la professione
[mercoledì 21 marzo 2012]

Documento unitario delle associazioni di riferimento per gli odontotecnici (ANTLO, CIO, CNA/SNO, FNO, Fe.Na.Od.I.) ai componenti del Tavolo del dentale per condividere e sostenere le tematiche che interessano la professione di odontotecnico.

“Si tratta –scrivono le associazioni- da una parte dell’annosa problematica che attiene più specificamente alla professione dell’odontotecnico e, dall’altra, di una serie di sollecitazioni mirate alla tutela del cittadino attraverso la migliore definizione delle caratteristiche della protesi nonché delle necessarie misure atte a garantirne la qualità e la relativa garanzia/certificazione”.

In merito alla disciplina dell’attività per garantire agli odontotecnici di essere competitivi sul mercato ed essere tutelati da altri soggetti che vogliono poter realizzare i dispositivi protesici le associazioni chiedono una revisione del profilo professionale del 1928 giudicato “assolutamente non rispondente alle mutate realtà di mercato, che hanno invece comportato una notevole crescita professionale”.

In merito alla prossima revisione della direttiva 2007/47/CE sui dispositivi medici i rappresentanti sindacali “ritengono assolutamente necessario ribadire l’esigenza di regole maggiormente stringenti rispetto alla tracciabilità di ogni componente dei dispositivi medici su misura (protesi), nonché di tutte le sue componenti (anche semilavorati)”; oltre alla consegna obbligatoria della dichiarazione di conformità al paziente da parte dell’odontoiatra.

Sempre sul tema gli odontotecnici chiedono che venga rispettata la norma che prevede la possibilità di fabbricazione dei dispositivi medici su misura solo da parte delle imprese iscritte al registro dei fabbricanti tenuto presso il Ministero della Salute.

Infine la associazioni sindacali chiedono di mettere in campo tutte le opportune strategie di informazione/comunicazione nei confronti dell’utenza al fine di tutelare il lavoro e la professionalità di tecnici e medici diversificando la comune offerta da quella delle “industrie della salute”.L’informazione, spiegano, deve vertere sulla sicurezza dei materiali e sui rischi derivanti dall’utilizzo di semi-lavorati prodotti in Paesi che non prevedono adeguate documentazioni di qualità, sensibilizzando l’utenza sulla garanzia della lavorazione della protesi italiana.


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