Tutto parte dalla decisione dell’Antiturst che due anni fa aveva multato l’Ordine dei Geologi per aver posto in essere un’intesa restrittiva alla concorrenza nel proprio codice deontologico inserendo il decoro professionale quale criterio di commisurazione del compenso del professionista.
Secondo l’Antitrust il riferimento alla dignità professionale di chi esercita la professione liberale e dunque alla necessità di commisurare il compenso alla qualità e quantità del lavoro svolto con conseguente possibile apertura di procedimento disciplinare potrebbe configurare una norma anticoncorrenziale.
L’Ordine dei Geologi si rivolge al Tar Lazio che però respinge il ricorso chiarendo che la decisione dell’Antitrust è legittima. L’Ordine si rivolge al Consiglio di Stato che decide di porre la questione al Consiglio di Stato perché si pronunci sulla possibilità per gli ordini di inserire, tramite lo strumento deontologico, limitazioni alla concorrenza.