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Antitrust bacchetta ancora una volta gli Ordini. Pitruzzella: “rimasti a modelli dell’800”
[mercoledì 18 aprile 2012]

Cambia il presidente ma non la linea dell’Antirust verso gli Ordini professionali giudicati, da tempo, come corporativi e antiquati. Come il suo predecessore Antonio Catricalà anche il neo presidente Giovanni Pitruzzella non perde l’occasione per bacchettarli.

L’occasione è la presentazione di un libro sui consumatori; secondo quanto riportato in un articolo da Il Messaggero il presidente Pitruzzella riconosce comunque quanto fatto verso le liberalizzazioni.

“Credo che ci sia ancora da continuare su quella strada – spiega il presidente Antitrust stando a quanto riportato dal quotidiano romano - però credo che il bicchiere sia mezzo pieno, non mezzo vuoto. Partendo da una situazione molto rigida, molte cose sono state fatte”. Come ad esempio l’abolizione delle tariffe minime.

Liberalizzazioni, spiega Pitruzzella, che sono oggi una necessità, “se non altro perché la grande scommessa che abbiamo in Europa, e particolarmente in Italia, è come accoppiare delle politiche di stabilizzazione finanziaria con delle politiche per la crescita”. “Purtroppo non possiamo intervenire con la leva della spesa pubblica, possiamo solo ridurla e riqualificarla. Da qui la necessità di procedere con le liberalizzazioni e in particolare con quelle dei servizi professionali, che si possono fare senza spendere”.

Una concorrenza che, secondo il presidente dell’Autorità garante della concorrenza  farebbe bene anche alle libere professioni. “Nel settore delle professioni non abbiamo avuto degli atti normativi che imponessero ai paesi europei forme di liberalizzazioni in questo campo. Probabilmente in Italia il settore delle professioni è quello che più è rimasto agganciato a modelli ottocenteschi di erogazione dei servizi. Non a caso si parla di professioni e non di servizi professionali quasi fosse una offesa per la categoria”.

Tra le tante considerazioni riportate, Pitruzzella indica come necessaria la riforma degli Ordini magari sostituendoli con delle agenzie di valutazione.

“Credo che gli Ordini abbiano esaurito gran parte della loro funzione. Potrebbero restare sul piano dell’aggiornamento professionale, eventualmente, ma non mi pare che le esperienze siano particolarmente brillanti. Sarebbe utile cominciare a ragionare, non dico da qui a domani, ma in prospettiva, su delle agenzie di valutazione a cui eventualmente il professionista si può iscrivere. In questo modo ogni agenzia assicura all’esterno degli standard qualitativi che riguardano, badate bene, non soltanto il prezzo, ma anche il tipo di prestazioni. Agenzie in concorrenza tra di loro che potrebbero essere utili anche al consumatore perché i professionisti che aderiscono sono valutati da quella agenzia e quindi hanno determinati standard qualitativi, prestazionali e reputazionali.

Leggi l’articolo originale da Il Messaggero

 


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