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ANDI ha definito la sua strada: costruire il futuro puntando sulla libera professione ed i giovani. Un Network per fornire nuove opportunità ai soci
[lunedì 21 maggio 2012]

Si è chiuso sabato 19 maggio la tra giorni congressuale per ANDI che ha portato i delegati dei 23 mila associati a definire la strada che l’associazione dovrà percorrere nei prossimi anni.

Il documento congressuale, approvato con l’87% dei consensi, informa l’associazione attraverso un comunicato, punta a dare un futuro all’attuale modello di gestione dello studio odontoiatrico incentrato sul dentista libero professionista, modello apprezzato dal paziente ma in sofferenza a causa di una legislazione che lo penalizza e dalla concorrenza delle grosse strutture sanitarie che puntano sul business piuttosto che sulla qualità delle cure.

“Abbiamo voluto che il documento congressuale rappresentasse le tante realtà della nostra professione e non trascurasse i reali bisogni dei Soci –dice il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada- per questo la scelta di coinvolgere nell’elaborazione direttamente la base associativa”. “Un Congresso che ha visto un’Associazione coesa verso un unico obiettivo, la tutela della nostra libera professione così come la esercitiamo, ma pronta a cogliere e sostenere tutti i cambiamenti e le opportunità che ci si presenteranno senza pregiudizi”.

Un documento congressuale che si sviluppa su due direttrici principali: quella interna alla professione, l’Associazione a sostengo dell’esercizio professionale, e quella verso i cittadini per incanalare l’attrazione dei pazienti verso la qualità delle prestazioni offerte dallo studio odontoiatrico del dentista ANDI.

Sul fronte interno ANDI vede come unico modello di esercizio della professione che possa garantire la salute del cittadino quello libero professionale ma intende monitorare sul territorio l’evoluzione degli altri modelli di esercizio per poter adattare le sue azioni.

Attenzione verso le nuove forme di esercizio professionale, ma anche verso tutti i modelli di aggregazione di pazienti a partire dai fondi e convenzioni. Dal documento congressuale, infatti,  emerge, per la prima volta,  la chiara volontà di utilizzare anche questi strumenti per dare ulteriori opportunità agli studi dei dentisti ANDI, con ribadito un netto no al convenzionamento diretto e un si a tutte quelle forme che prevedano come valore fondante la libera scelta del curante da parte dei cittadini e l’applicazione di un libero onorario professionale.

ANDI sosterrà i propri soci nell’esercizio della professione aiutando a sburocratizzare lo studio, a formare il dentista in modo da renderlo competitivo nel rapporto con il proprio paziente dal punto di vista del marketing e degli aspetti organizzativi, aspetti dove lo studio mono professionale, oggi, segna il passo rispetto alle grosse strutture. Saranno attivate anche campagne informative rivolte al grande pubblico che  facciano comprendere al paziente come le prestazioni odontoiatriche non sono un bene di consumo ma un atto medico, consentendogli di effettuare le proprie scelte secondo criteri non solo meramente economici. Un lavoro in cui sarà centrale il Network ANDI, spiegano dall’associazione, non solo per promuovere la qualità degli studi odontoiatrici ANDI ma per migliorare e rendere economicamente sostenibile la gestione dello studio.

Associazione che potrà, proprio per intercettare quei pazienti che oggi disertano gli studi dei dentisti ANDI, lavorare per organizzare la domanda di prestazioni odontoiatriche rapportandosi, per esempio, con i centri di aggregazione dei pazienti mantenendo le condizioni dell’offerta entro limiti sostenibili e vantaggiosi per gli Associati.

Per dare un futuro alla professione ANDI potenzierà quel patto generazionale già più volte sottoscritto adoperandosi per sostenere e tutelare l’ingresso nel mondo del lavoro dei neo laureati, creando chiari contratti di collaborazione/lavoro ad hoc che favoriscano l’inserimento negli studi privati e li tutelino dalle collaborazioni spesso poco remunerative proposte dai services o dai franchising. ANDI  continuerà la collaborazione con le Università italiane per preparare gli studenti all’ingresso nel mondo del lavoro.

Parte centrale dell’attività di ANDI sarà l’azione politica sindacale forte dei determinanti risultati raggiunti in questi ultimi anni. Un’azione finalizzata al rispetto della centralità del ruolo dell’odontoiatra nella gestione della prevenzione, visita, diagnosi e trattamento di tutte le affezioni del cavo orale, da espletarsi a tutti i livelli:  europea, nazionale e regionale.

Azione sindacale che non dovrà abbassare la guardia sui temi da sempre seguiti come la lotta contro l’esercizio abusivo della professione, l’aumento della detraibilità fiscale delle parcelle emesse, l’impegno nella gestione degli strumenti fiscali applicati alla categoria (studi di settore e redditometro) e ricercare la defiscalizzazione delle spese per i dispositivi di protezione. Azione sindacale perseguita sia a livello periferico che nazionale.

Sarà ulteriormente valorizzato il rapporto con il Ministero della Salute e con gli Assessorati Regionali, in modo da evidenziare il ruolo associativo quale ”parte sociale” ed  interlocutore politico privilegiato, che può svolgere anche compiti di sussidiarietà nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale, sempre più carente di risorse economiche

“Fondamentale –precisano da ANDI- nella programmazione e nell’individuazione di una politica sanitaria odontoiatrica realmente efficacie capire le tante sfaccettature dell’esercizio della professione, ma anche quale tipo di assistenza odontoiatrica hanno bisogno gli italiani e di quale ne avranno in futuro. Qualsiasi ipotesi di politica associativa non può prescindere dalla conoscenza e proiezione dei dati epidemiologici odontoiatrici”.

Il documento politico sul sito ANDI

 


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