Freddo il commento del presidente dell’ANDI Gianfranco Prada verso lo schema del Dpr sulla riforma delle professioni approvato venerdì 15 giugno dal Consiglio dei Ministri.
“Il testo approvato –commenta il presidente Prada- non porta nessuna novità significativa a quanto era già stato emanato con le precedenti leggi. Indubbiamente si è persa una occasione per dare un segnale di rinnovamento al sistema ordinistico utile ad evitare che le professioni vengano additate come corporative e poco trasparenti”.
In particolare il presidente ANDI si riferisce all’esclusione delle professioni sanitarie dalla possibilità di differenziare i collegi disciplinari da quelli amministrativi degli Ordini come previsto per tutte le altre professioni. “Questo passaggio –commenta- pur tenendo conto della peculiarità del giudizio già previsto nel nostro settore con la presenza come organo giudicante d'appello della CCEPS presieduta da un magistrato, mantiene in essere situazioni di incompatibilità e conflitti di interesse più volte denunciati da ANDI”.
Altra “occasione persa” quella che esclude le professioni sanitarie dal tirocinio obbligatorio. “Peccato non sia previsto una specie di tirocinio negli studi privati anche per le professioni sanitarie. Avrebbe aiutato i futuri dentisti ad entrare nel mondo del lavoro con competenza evitando di costringerli ad accette compromessi subito dopo la laurea pur di poter fare pratica”.
Presidente Prada molto critico verso il passaggio sull’assicurazione responsabilità professionale: “obbligare il professionista ad indicare al paziente il massimale assicurato –dice- può essere un incentivo a far causa al professionista, richiedendo risarcimenti fino a quell’importo”.
Positivo invece il commento verso la norma che rende gli elenchi degli Albi “pubblici” includendo tra le note da pubblicare anche le sanzioni disciplinari ricevute. “Ottimo segnale di trasparenza”, conclude Prada.