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Test di ammissione a medicina ed odontoiatria: il Consiglio di stato rimanda alla Corte costituzionale la decisione se sono legittime le graduatorie per ateneo
[martedì 26 giugno 2012]

Il Consiglio di stato mette in dubbio la legittimità dei test di ammissione ai corsi di laurea in medicina ed odontoiatria, ma anche quelli di altre facoltà – come le professioni sanitaria- organizzati con lo stesso sintema, basato su una prova unica nazionale ed una graduatoria per ateneo.

Secondo i giudici di Palazzo Spada, chiamati in causa da un ricorso promosso dall’Unione degli Universitari, ci sarebbero i presupposti per considerare  incostituzionale il meccanismo adottato dal 1999 per selezionare gli aspiranti studenti.

“A fronte di una prova unica nazionale con 80 quesiti, -scrivono i giudici nella ordinanza 03541/2012 pubblicata il 18 giugno- l’ammissione al corso di laurea non dipende in definitiva dal merito del candidato, ma da fattori casuali e affatto aleatori legati al numero di posti disponibili presso ciascun Ateneo e dal numero di concorrenti presso ciascun Ateneo, ossia fattori non ponderabili ex ante”.

A finire sotto accusa è quindi la scelta di non aver adottato una graduatoria unica, come peraltro sperimentato, con pessimi risultati, per l’accesso ad odontoiatria nel 2005.

“In sintesi –continua la sentenza- ferma la unicità delle prova, essa si svolge presso i singoli Atenei, e il collocamento in posizione utile avviene in singole graduatorie anziché in una graduatoria unica. Con la conseguenza che il collocamento in posizione utile dipende sia dal numero di posti disponibili presso ciascun Ateneo, sia dal numero di concorrenti presso ciascun Ateneo, e dunque può accadere che, se presso un Ateneo è maggiore il numero dei posti, o minore il numero dei concorrenti, è sufficiente, per il collocamento in graduatoria, un punteggio inferiore rispetto a quello necessario in altro Ateneo”.

Infatti, rilevano i giudici, nell’ipotesi che il concorrente scegliesse un dato Ateneo perché ci sono più posti disponibili e dunque maggiori speranze di vittoria, la stessa scelta potrebbero farla un numero indeterminato di candidati, e per converso in una sede con pochi posti potrebbero esservi pochissime domande.

Graduatoria per ateneo che rischia, quindi, di escludere studenti che hanno ottenuto punteggi più alti in alcuni atenei ammettendo altri con punteggi più bassi che però hanno effettuato il test in atenei dove la media è stata inferiore e questo, rileva la Corte è del tutto contrario alla logica del concorso unico nazionale.

 


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