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I dentifrici sono sicuri? Un’inchiesta del Salvagente ne svela i segreti. Dalle anticipazioni luci ed ombre sullo strumento principe per la prevenzione orale
[giovedì 20 settembre 2012]

Nel numero in edicola oggi giovedì 20 settembre il settimanale Il Salvagente pubblica un test che passa in rassegna 13 tra le più vendute paste dentifrice. Sotto la lente degli esperti del settimanale finiscono in particolare i loro componenti visto che alcuni di quelli trovati non sono proprio “salutari”: abrasivi, conservanti, coloranti, aromi, addensanti, emulsionanti.

“La base dei dentifrici -spiega il settimanale dei consumatori- è costituita da tensioattivi, sostanze che vengono usate nelle formulazioni per facilitare l’effetto detergente. Tra questi il sodio lauryl solfato, su cui si basa la maggioranza dei prodotti, un ingrediente considerato come troppo aggressivo per la pelle e le mucose perchè rende il pH eccessivamente alcalino. La viscosità, utile per una buona applicazione, si ottiene anche dai polietilenglicoli o peg, emulsionanti che rendono i tessuti più permeabili e dunque pronti ad assorbire altre sostanze nocive. Ad esempio gli allergizzanti come alcuni aromi che servono a lasciare quel senso di freschezza che spesso scambiamo per pulizia: eugenolo, limonene o mentolo che, a differenza di come comunemente si crede, non è affatto lenitivo.

Oltre a questi Il Salvagente ha rilevato nel contenuto dei vari tubetti analizzati “potenti conservanti, come i parabeni, composti, “sostanze molto discusse perchè hanno un’attività simile a quella degli ormoni e possono alterare la funzionalità del sistema endocrino, con conseguenze, in particolare, per la fertilità maschile”, spiegano. Settimanale che chiarisce che le quantità utilizzate sono minime ma per un prodotto che finisce nel cavo orale, dicono, sarebbe meglio evitare. Stesso discorso per i coloranti, prevalentemente edulcoranti, come sorbitolo e saccarina, e coloranti quelli rilevati. "Ce ne sono di diversi tipi –spiega al Salvagente Fabrizio Zago, chimico e inventore del Biodizionario - contrassegnati con le lettere CI, che stanno per color index, seguite da un numero. Non servono a nulla se non a rendere più bello il prodotto, invece occorrerebbe un’accurata indagine sulla loro qualità”. Poi c’è il problema inverso, ovvero come rendere la pasta del colore bianco? Per questo scopo vengono utilizzati dei prodotti sbiancanti come diossido di titanio, o E171. L’impatto sull’uomo di questi prodotti, spiegano nell’articolo, è ancora poco chiaro, ma alcuni studi lo collegano all’insorgenza del morbo di Crohn (colite ulcerante), mentre l’Agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro (Iarc) lo classifica come possibile cancerogeno (gruppo 2B).

Infine sotto accusa la presenza in alcuni dei prodotti analizzati il triclosan (presente in quantità molto basse, la legge ne consente al massimo lo 0,3%). Chiarendo che è un antibatterico presente in molti prodotti come nei detergenti per la casa e per piatti, saponi, deodoranti, creme nell’inchiesta si ricorda che è comunque un pesticida e la sua struttura è molto simile a quella della diossina.

“Se si è esposti ad alte dosi attraverso il contatto –si legge sul settimanale- si rischia l’irritazione cutanea, mentre in caso di ingestione, gli effetti sono: convulsioni, coma, e perfino la morte. Se si accumula nell’organismo, invece, può alterare la funziona epatica e polmonare, causare paralisi, sterilità e alterazione immunitaria”. Ragioni sufficienti, secondo Il Salvagente, per scartarlo da ogni formulazione come ha deciso di fare da poco la multinazionale Johnson&Johnson.


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