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La riforma ENPAM è operativa: ok dei ministeri competenti. Dal 2018 i dentisti andranno in pensione a 68 anni. Ecco cosa cambia
[giovedì 15 novembre 2012]

La riforma pensionistica dell’ENPAM è stata definitivamente approvata da ministeri del Lavoro e dell’Economia riconoscendo che l’Ente previdenziale dei medici e dei dentisti ha una sostenibilità a oltre 50 anni, come richiesto dal decreto Salva Italia.

“La barca è finalmente in porto e siamo i primi ad arrivare – ha dichiarato il presidente della Fondazione ENPAM Alberto Oliveti -. E’ un grande risultato, che non è stato facile raggiungere. Abbiamo ripartito il sacrificio nella maniera più equa possibile. In termini previdenziali siamo stati molto prudenti. Superato questo stress test, gli ulteriori avanzi che scaturiranno da questa prudenza andranno ai giovani”. Oliveti che ricorda che per il prossimo mezzo secolo la Fondazione sarà sempre in grado di pagare le pensioni pur incrementando costantemente il patrimonio.

La Fondazione ENPAM è stato il primo ente previdenziale privato a mettersi in regola consegnando le sue riforme la scorsa primavera. Nella lettera di approvazione il ministero del Lavoro, informano dall’Ente, ha dato atto di aver ricevuto “esauriente risposta” alle richieste formulate dalle autorità vigilanti.

Cosa prevede la riforma?

Per la pensione di vecchiaia l’innalzamento dell’ètà pensionabile sarà graduale: fino al 31 dicembre 2012 rimane a 65 anni, nel 2013 salirà a 65 anni e 6 mesi, nel 2014 a 66 anni, nel 2015 a 66 anni e 6 mesi, nel 2016 a 67 anni, nel 2017 a 67 anni e 6 mesi, dal 2018 in poi l’età per percepire la pensione di anzianità sarà di 68 anni.

Per le pensione anticipata queste le nuove scadenze: fino al 31 dicembre 2012 serviranno 58 anni con applicazione finestre, dal 2013 ci vorranno 59 anni e 6 mesi, dal 2014 60 anni, dal 2015 60 anni e sei mesi, dal 2016 61 anni, 2017 61 anni e sei mesi, dal 2018 in poi per godere della pensione anticipata ci vorranno 62 anni. Chi sceglierà il pensionamento anticipato avrà una riduzione rispetto alla pensione ordinaria perché percepirà l’assegno per un numero maggiore di anni.

Oltre che il requisito dell’età minima sarà necessario maturare un’anzianità contributiva di 35 anni e un’anzianità di laurea di 30 anni; oppure, senza il requisito dell’età minima, si potrà andare in pensione anticipata con un’anzianità contributiva di 42 anni e un’anzianità di laurea di 30 anni.

Chi resterà a lavoro più a lungo continuerà ad essere premiato: i contributi versati dopo il compimento dell’età per la pensione di vecchiaia varranno il 20% in più.

Per le giovani generazioni sono previste misure migliorative. Gli iscritti con età inferiore ai 50 anni potranno contare, a partire dal 1° gennaio 2013, su un tasso di rivalutazione dei contributi versati al 100%dell’inflazione, per tutti gli altri invece il tasso è pari al 75%.

L’aliquota contributiva per la Quota “B”, il fondo dove sono iscritti la maggioranza dei dentisti, resta il 12,5% fino al 2014. Dal 1° gennaio 2015 ci sarà un aumento graduale dell’1% all’anno fino a un massimo del 19,5% (nel 2021).  I contributi versati dal 1° gennaio 2013 verranno trasformati in rendita mensile con un’aliquota di prestazione (o rendimento) dell’1,25%. È previsto anche un aumento del tetto di reddito entro il quale si pagano i contributi ordinari: nel 2013 sarà di 70.000 euro, nel 2014 sarà di 85.000 euro, fino ad agganciarsi, dal 2015 in poi, al massimale stabilito dalla legge per l’Inps.

Il metodo di calcolo della pensione resta il contributivo indiretto ENPAM ovvero stabilito dall’Ente sulla base ai compensi versati rivalutati secondo tecniche attuariali.

 


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