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Ozonoterapia dentale, la cura odontoiatrica diventa naturale ed efficacie. Pregi e difetti della terapia
[martedì 20 novembre 2012]

L'idea di sfruttare l’ozono per le terapie dentali non è affatto recente; già da oltre venti anni sono state proposte apparecchiature eroganti ozono per una applicazione sui denti. Ma queste primitive apparecchiature non permettevano quello che la moderna macchina Healozone, ideata dal prof. Linch della Università di Londra consente oggi. Il punto di forza sono le “cappette” che isolano il dente sotto una leggera pressione negativa offrendo due effetti molto importanti: l’ozono non si disperde nell’ambiente (sarebbe potenzialmente irritante per le vie aeree di paziente ed operatori) e può essere usato quindi a concentrazioni molto elevate.

L’osservazione della utilità dell’ozono in medicina risale alla fine dell’800: durante la prima guerra mondiale si vide che le ferite diguerra dei soldati ricoverati in un ospedale da campo guarivano molto più in fretta del consueto. Si osservò che questo era dovuto all'immediata vicinanza con una centrale elettrica che accidentalmente produceva ozono e lo disperdeva nelle aree circostanti.

L’ozono ha una capacità antibatterica prossima alla sterilizzazione totale (96% dei germi di ogni tipo vengono distrutti), studi di autori inglesi indicano che la sua sottile molecola penetra fino a 3 mm dentro i tessuti del dente (un valore molto elevato indubbiamente) e in una applicazione di 30 secondi  può effettuare questa azione germicida totale. Ciò, unito alle proprietà di biostimolazione (antidolorifiche e antinfiammatorie naturali dell’ozono) metterebbe il dente vitale in condizione, una volta eliminata la noxa patogena, di porre in atto le sue capacità difensive, con l'apposizione di dentina di reazione da un lato, barriera a nuove infiltrazioni, e da un altro lato la rimineralizzazione della lesione. Altri vantaggi sono l’aumento delle difese contro i radicali, induzione proteica in fase acuta, miglioramento dell'immunità naturale, aumento della sintesi e liberazione dei fattori di crescita, miglioramento della microcircolazione, accelerazione della rigenerazione epiteliale.

Terminata la terapia si può effettuare, poi, un restauro-sigillatura.

Vi invito a approfondire molto brevemente a questo link oppure a documentarvi leggendo i numerosi studi del prof .Linch in letteratura.

I difetti di questa tecnica stanno nel prezzo elevato dell’attrezzatura, peraltro associato a spese di gestione quasi nulle (in questo momento Healozone non viene più importato in Italia proprio per questione di costi, ma si vocifera che è assai prossima la commercializzazione di una macchina simile, prodotta in Italia dal costo decisamente inferiore).

I pregi stanno nella mini-invasività della procedura, che per carie piccole e medio piccole prevede l’esclusione dell’uso di mezzi rotanti tradizionali (e quindi anche la necessità dell'anestesia): massimo risparmio del tessuto dentale, e possibilità di effettuare, quindi, cure indolori in soggetti di ogni età, da bambini agli adulti, timorosi o non. Inoltre applicazioni periodiche della macchina dell’ozono in soggetti ad elevata cariorecettività effettua, sempre secondo studi approvati, una ferma azione di prevenzione della carie, associata a sigillatura o meno.

C’è poi un campo di utilizzo del tutto esclusivo che è veramente prezioso perchè le alternative sono davvero poche: in bambini piccolissimi con ECC (carie da biberon) l’applicazione del gommino dell’ozono è l’unica risorsa terapeutica in casi dove, vista la tenera età (si parla dibambini alle volte di un solo anno di età, già colpiti dalla carie) nessun'altra manovra terapeutica sarebbe possibile in quanto troppo pericolosa e stressante per il piccolo. L’applicazione periodica ripetuta del solo ozono sembra sia in grado di rallentare sensibilmente la progressione della carie permettendo di rimandare le cure conservative strumentali ad età più mature in cui il pericolo dell'utilizzo degli strumenti odontoiatrici sia diventato minore e relativo. In questi particolari (non rari purtroppo) casi, l’ozono sembra non abbia rivali.

A cura del dott. Paolo Passaretti: odontoiatra libero professionista www.passaretti.it


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