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RICERCA CLINIA: Il trattamento laser è efficace nel trattamento dell’ipersensibilità dentinale? Uno studio italiano cerca di chiarirlo
[mercoledì 28 novembre 2012]

L’efficacia del trattamento laser per la riduzione dell’ipersensibilità dentinale (ID) è una questione controversa che ha sollevato molti i dubbi rispetto all’effetto placebo che questa può avere.

Uno studio italiano condotto da ricercatori dell’Università dell’Aquila, pubblicato su Iternational Journal of Endodontisc e tradotto per l’Italia per RIS (2012;03:14-27), la rivista scientifica dell’ANDI, ha cercato di dare una indicazione sul tema attraverso una revisione sistematica della letteratura.

L’obiettivo è stato quello di identificare ed esaminare gli studi che hanno analizzato l’efficacia della terapia laser verso l’effetto placebo che questa può dare, oltre ad esaminare gli studi che affrontano il tema della sicurezza del laser.

Per effettuare il Lavoro è stata condotta una ricerca completa sulla letteratura esistente, manualmente o mediante database elettronici, e sono stati applicati rigidi criteri di inclusione ed esclusione. A causa del limitato numero degli studi, chiariscono gli Autori, non è stato possibile realizzare una meta-analisi.

Gli Autori hanno ritenuto di considerare idonei solo 3 studi clinici randomizzati. Tali studi indicano che il trattamento laser può ridurre l’ID, ma che tale riduzione non è significativa rispetto ai risultati della terapia laser placebo. Gli studi non hanno evidenziato alcun effetto collaterale, reazioni avverse o danni pulpari causati dal laser se utilizzato con determinati valori di energia e potenza.

“Dai dati rilevati –precisano gli Autori- sembrerebbe che il trattamento laser riduca l’ID ma le evidenze della sua efficacia sono deboli, oltre a ciò, va preso in considerazione l’effetto placebo”.

“Al fine di valutare l’efficacia della terapia laser per l’ID –concludono- sono necessari degli studi clinici randomizzati con l’uso di placebo ben disegnate a lungo termine”. Autori che sottolineano come, dagli studi considerati, non siano stati riportati danni pulpari o importanti effetti avversi alle lunghezze d’onda e di energia utilizzate.


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