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Il presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco candidato con il PD, per ora non lascia la carica. “Una candidatura a sostengo della professione e dell'Ordine”
[giovedì 10 gennaio 2013]

“Mi incammino su questa strada portando con me quello che, in questi anni in Federazione, ho imparato: il rispetto della pluralità delle idee, la supremazia del bene comune su quello individuale, il dialogo costante, la ricerca delle soluzioni condivise, la convinzione salda che la nostra Professione va investita di nuove responsabilità e ruoli per garantire ai  cittadini l’universalismo, l’equità e l’efficacia del diritto alla tutela della Salute”. E’ questo il primo commento di Amedeo Bianco presidente FNOMCeO e candidato “ ad elezione certa” nelle liste del Partito Democratico in Sicilia.

Una candidatura improvvisa, spiega il presidente Bianco in una nota inviata ieri ai presidenti OMCeO e CAO provinciali con la quale motiva la sua scelta che, dice, è dovuta maturare in sole 36 ore, ammettendo che i tempi stretti per accettare la candidatura non hanno permesso di sviluppare un confronto aperto sui contenuti di una decisione delicata e impegnativa. Scelta, però, condivisa con tutti i componenti del Comitato Centrale.

In modo unanime e ognuno all’oscuro del parere degli altri, scrive Bianco, gli interpellati hanno concordato sui seguenti punti:

1)      Pur non esente da rischi, l’offerta doveva essere valutata soprattutto come una grande opportunità di poter contare in Parlamento su una espressione diretta della professione, purché visibile, riconosciuta e valorizzata.

2)      E’ ricca di significati che vanno colti e corrisposti, un’offerta che in modo esplicito e ufficiale un grande partito nazionale , notoriamente tiepido verso le istituzioni ordinistiche, rivolge ad una persona che è il Presidente della FNOMCeO. Non si può non cogliere da una parte il riconoscimento di ruoli e responsabilità esponenziali della professione in capo ai nostri Ordini e il coraggio di coinvolgerli a pieno titolo nell’agenda per rendere il nostro Paese più moderno, più giusto e più vicino ai bisogni dei cittadini. La sanità, come abbiamo sempre detto, è il crocevia di diritti della persona e della collettività, che definiscono l’identità civile e morale di un paese e la nostra professione ne custodisce valori, competenze e creatività e ne registra speranze e bisogni.

3)      L’incarico parlamentare, almeno in questa fase, non deve pregiudicare l'assetto della FNOMCeO, avendo questa costituito il centro di attrazione di un’offerta politica qualificata e coerente e dovendo questa restare il centro propulsivo di idee e proposte che tutelino la qualità dei nostri professionisti, della nostra sanità e, in tal senso, migliorino il nostro Paese.

Argomentazioni, scrive Bianco ai suoi presidenti, che comprendo possano essere legittimamente non condivise da alcuni, ma hanno cosi fatto breccia nell’unico mio dominus e cioè l”etica della

Responsabilità”. Conseguenza l’accettazione della candidatura.

Incarico che porterà stravolgimenti nella FONMCeO e nel modo di essere del presidente Bianco?

Non tanto, stando a quanto scrive.“A pensarci bene, cambierà la forma ma la sostanza un po’ meno; ero ed eravamo già prima al servizio della professione e del Paese, continuerò e continueremo ad esserlo in altri luoghi istituzionali, con lo stesso spirito di servizio.

Ma la carica sarà compatibile con la presidenza della FNOMCeO, alla fine Bianco lascerà la carica?

Per ora sembrerebbe di no ma leggendo la risposta ad una precisa domanda posta dal referente dell’Ufficio Stampa FNOMCeO per una intervista pubblicata sul sito della Federazione la certezza non sembra esserci.

“Nel consigliarmi di accettare la candidatura –leggiamo- tutti gli interpellati e i successivi interlocutori mi hanno specularmente sconsigliato le dimissioni. Se è vero, come è vero, che, al di là della mia persona, la FNOMCeO è stata il centro di attrazione di un’offerta politica, è altrettanto vero che, in questo processo, deve restare un laboratorio di costruzione di idee e progetti che saldano la tutela dei legittimi interessi professionali e di quelli generali del Paese. Per quanto mi riguarda, sono stato, sono e sarò un custode dell’autonomia e dell’indipendenza dei nostri Ordini, considerandole un bene non negoziabile, nell’interesse della Professione e degli stessi cittadini”.

 


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