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Pletora odontoiatrica, Italia sempre più lontana dai parametri OMS il rapporto dentista paziente. Lo conferma una indagine del Servizio Studi ANDI
[venerdì 1 febbraio 2013]

1.042 è il numero dei potenziali pazienti sui cui ogni dentista italiano può contare, sempre che tutti gli italiani decidano di andare dal dentista.

Ad indicarlo è il Servizio Studi ANDI che ha elaborato il dato del numero degli iscritti all’Albo degli odontoiatri (58.203 al novembre 2012) con il numero dei residenti in Italia (60.626.442). Secondo quanto pubblicato sulla rivista AndiInforma Online la regione con il maggior potenziale numero di pazienti per odontoiatra è la Valle d’Aosta (1.623) seguita dalla Basilicata (1.406), e dalla Sicilia (1.271).

Le regioni con il peggior rapporto dentista/paziente sono la Liguria (767 cittadini per ogni studio dentistico), il Friuli Venezia Giulia (803) e le Marche (851).

Dati non certo positivi che rischiano di essere ancora più negativi se si considera che poi sono circa il 50-60% i cittadini che si rivolgono abitualmente dal dentista. Va anche ricordato che il numero di iscritti all’Albo non è uguale al numero di esercenti: poco più di 40 mila gli sudi odontoiatrici attivi sul territorio nazionale secondo l’Agenzia delle Entrate.

“La pletora odontoiatrica –commenta il presidente nazionale ANDI Gianfranco Prada sul giornale- non è sinonimo di maggiore concorrenza come pensano molti Politici, con vantaggi per i pazienti, ma di alti costi di formazione universitaria pagata da tutti e di impoverimento professionale con un conseguente svantaggio proprio per gli stessi pazienti che saranno sempre più costretti ad essere curati nei grossi centri odontoiatrici, da dentisti che non avendo potere contrattuale non potranno curare secondo scienza e coscienza ma secondo i bilanci del consiglio di amministratore che finanzia il centro che li stipendia”.

“Tutto il settore, con la Politica, dobbiamo –continua Prada citando una nostra inchiesta- fare un serio ragionamento sul numero di accessi alla professione, anche in funzione del numero di studenti italiani che stanno formandosi all’estero e che, come ha dimostrato l’inchiesta del quotidiano online ildentale.it, cominciano a tornare in numero massiccio in Italia per lavorare”.

 


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