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VSITO DA FUORI: quando il pubblico vorrebbe, e potrebbe, funzionare ma non riesce a farlo. Ed a rimetterci sono i cittadini
[lunedì 4 marzo 2013]

Quando vi informammo nel 2009 della ricerca con la quale il Ministero della Salute ha fotografato l’organizzazione del servizio pubblico in tema di assistenza odontoiatrica, avevamo evidenziato come questa fosse innanzitutto mal organizzata, prima di lamentare carenze strutturali.

Basterebbe evidenziare il fatto che in media un riunito nelle Asl lavora 3,24 ore al giorno -ovviamente non mancano le Asl virtuose- per capire che non è una questione di mancanza di risorse, e questo nonostante ci siano più dentisti (3.457) che poltrone su cui lavorare (2.729).

Nella mia relazione tenuta durante l’incontro promosso dal Tavolo del Dentale con i politici a Roma lo scorso 13 febbraio, ho ricordato una serie di storture che si evincono leggendo le tabelle pubblicate dal Ministero sottolineando che in un periodo dove si cerca di contenere i costi, prima di pensare a tagliare si dovrebbe puntare a far fruttare quanto già è finanziato; è questa l’efficienza e l’efficacia a cui deve puntare il nostro SSN.

La conferma di come, molto spesso, l’odontoiatria pubblica non funziona perché non si vuole farla funzionare a prescindere dai bilanci arriva da Latina attraverso una lettera aperta di un gruppo di operatori sanitari che lavorano nell’ambulatorio odontoiatrico della locale Asl, operatori che denunciano come, nonostante i fondi vengano destinati, questi non vengono utilizzati.

A difesa dei direttori generali delle Asl, non parliamo della vicenda di Latina ma in generale, dobbiamo ricordare come molto spesso per una Asl offrire un servizio odontoiatrico, anche solo di base, sia un costo in quanto l’odontoiatria costa molto di più di ogni altra prestazione medica dove l’unico costo è quello del personale sanitario; mentre per odontoiatria si aggiungono quelli delle attrezzature e dei materiali.

La conferma di quanto sia impossibile fare coincidere un bilancio in attivo con l’erogazione di prestazioni come otturazioni ed estrazioni arriva dal Decreto del 18 ottobre 2012 in cui vengono indicate le remunerazioni minime da riconoscere alle Asl per le principali prestazioni sanitarie, odontoiatria compresa.

Questi alcuni esempi: otturazione da 18,59 euro a 34,86, applicazione di una corona 31,40, terapia canalare in dente monoradicolato 34,86euro, terapia canalare in dente pluriradicolato 53,45 euro, apicectomina 44,16 euro.

Leggendo questi numeri si capisce perché molte Asl preferiscono non fare nulla.

Norberto Maccagno direttore de ildentale.it


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