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Scarica Allegato: Scarica il documento sottoscritto da ANDI, CAO, Collegio dei Docenti

CAO, Collegio dei Docenti ed ANDI invitano i propri iscritti a rispettare etica e deontologia soprattutto a chi ricopre cariche istituzionali
[mercoledì 6 marzo 2013]

Dopo le vicende del presidente CAO, ancora anonimo, scoperto da Striscia la Notizia a fare lavorare la sua assistente come igienista, e quella del prof. Favero, anche lui smascherato da Striscia mentre consiglia ad una paziente dell’Asl una clinica privata il presidente CAO Giuseppe Renzo, il presidente del Collegio dei Docenti Antonella Polimeni ed il presidente ANDI Gianfranco Prada hanno sottoscritto un documento in cui ricordano a chi ricopre ruoli istituzionali, citando Seneca, “il valore dell’esempio”.

L’etica e la deontologia devono, ricordano, trovare ispirazione con maggior valenza rispetto ai professionisti in chi ricopre “incarichi di "formatori" delle nuove leve professionali, cariche istituzionali e/o associative in rappresentanza della professione”.

“Colui, quindi, che liberamente accetta una carica istituzionale –continua la nota- è chiamato a svolgere quella che una volta era definita una "funzione onoraria" attraverso comportamenti che siano irreprensibili e che costituiscano la migliore garanzia per tutti i colleghi di essere rappresentanti da persone di specchiata moralità. Per dirla con Seneca: il valore dell'esempio”.

Ricordando come la mercificazione dell’essere medico sia deplorevole, i tre presidenti ricordano come lo sia ancora i più se chi ricopre incarichi pubblici li “utilizzano per finalità scorrette i propri ruoli e incarichi, anche attraverso sistemi indotti e di palese illecito”.
Indirettamente al prof. Favero si chiedono “che valore rimane a noi che svolgiamo un ruolo guida nei confronti dei colleghi se viene meno la capacità e voglia di trasmettere anche i valori di lealtà e rispetto della salute e della professione?”

Al misterioso presidente CAO viene invece ricordato “che la carica ordinistica presuppone anche poteri di valutazione disciplinare del comportamento dei colleghi ed è evidente che tale funzione non può che essere svolta da professionisti in grado di costituire un esempio di rispetto dei valori dell'etica, della deontologia e della correttezza professionale”.

“Discorso simile, pur nella diversità dei ruoli e da un punto di vista giuridico, fra accademia, ordine e sindacato deve essere fatto anche per i professionisti che assumono cariche associative nei sindacati stessi o ricoprano incarichi accademici. Gli esponenti sindacali, infatti, e gli universitari pur in un ambiti giuridicamente diversi, sono egualmente chiamati a comportamenti etici al fine di garantire che |'unico elemento che guida la loro attività è quello di tutelare gli interessi degli iscritti in una logica generale, mai al servizio di interessi personali”.

“Il comportamento dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni –conclude la nota- deve essere sempre e comunque al di sopra di ogni sospetto, anche allo scopo di costituire un esempio nei confronti dei colleghi che devono riconoscere nei loro rappresentanti elementi di guida e di orientamento nelle quotidiane difficoltà del loro esercizio professionale”.


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