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Ipersensibilità dentinale. Le considerazioni del prof. Carrassi
[lunedì 15 aprile 2013]

“Molte persone hanno in vita loro sofferto l’esperienza di un dolore oro-facciale” riporta di prof. Carrassi introducendo il tema - un problema rilevante, per lo più associato a disturbi della sensibilità dentale- sviluppato a Rimini, in occasione del XVI Congresso Internazionale della SIdP-Società Italiana di Parodontologia.

Tra le varie condizioni cui questi disturbi possono essere ascritti, una preminente, per lo meno da un punto di vista epidemiologico, è rappresentata dalla cosiddetta “ipersensibilità dentinale”. Questo termine viene comunemente utilizzato per definire il dolore che origina dalla dentina esposta (tipicamente in risposta a stimoli chimici, termici, tattili ed osmotici) e che non possa venir spiegato come conseguenza di una qualunque altra forma di patologia dentale.

L’ipersensibilità dentinale è particolarmente frequente e si ritiene, fatta salva la relativa scarsità dei dati epidemiologici, possa interessare almeno il 25% della popolazione generale.

Diverse teorie sono state proposte per spiegare il motivo per cui l’esposizione della dentina possa associarsi a dolore; dolore caratterizzato da un esordio rapido, una breve durata ed una significativa intensità.

Le pur recenti ricerche in campo fisiopatologico non sono, tuttavia, state in grado di spiegare definitivamente il fenomeno ed ancora oggi la teoria cosiddetta “idrodinamica”, formulata lo scorso secolo dal prof. Brännström e dai suoi collaboratori, risulta la più accreditata. Alla base di questa teoria sta la particolare conformazione strutturale della dentina, dei suoi tubuli e del fluido dentinale che si ritiene li pervada.

Il trattamento della ipersensibilità dentinale si basa su misure diverse. Esse possono essere sia di tipo preventivo, legate a correzioni dietetiche e delle tecniche di igiene orale, sia di tipo clinico-operativo. Le procedure operative hanno come fondamentale obiettivo la normalizzazione della pervietà dei tubuli dentinali; a tal fine possono venire utilizzate metodiche di odontoiatria conservativa, di chirurgia parodontale e di terapia topica a base di principi attivi. Tra i vari principi attivi utilizzati, l’ossalato di potassio sembrerebbe in grado di fornire ottimi risultati.

Il prossimo appuntamento per approfondire la tematica, sempre con il prezioso contributo del prof. Carrassi, sarà a Roma in occasione del XX Congresso Nazionale del Collegio dei Docenti di Odontoiatria, venerdì 19 aprile alle ore 12.00 presso i Cinecittà Studios, Sala Fellini.

A cura di: Vox Idee/Playvox


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