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5-6 milioni gli italiani che andrebbero a curarsi i denti all’estero secondo l’Adoc. Prada (ANDI): ma i dati da dove vengono?
[venerdì 31 maggio 2013]

Solo 4 italiani su 10 fanno visite regolari dal dentista, il 25% ha fatto almeno una pulizia dei denti, il 15-20% degli italiani negli ultimi 2 anni si sono rivolti a dentisti all’estero per farsi curare i denti.

E’ questo il quadro che l’ADOC, associazione di consumatori, ha fatto dell’odontoiatria italiana. “Circa 5-6 milioni di italiani negli ultimi due anni sono andati all’estero, soprattutto nell’Est Europa, a fare turismo dentale – ha dichiarato alle agenzie stampa Lamberto Santini, presidente dell’ADOC – spinti dai prezzi molto più convenienti, in media andando si spende la metà se non un terzo per le cure odontoiatriche magari abbinando anche qualche giorno di visita turistica. E’ il cosiddetto “turismo dentale” che cresce sempre di più. Una soluzione da valutare comunque con attenzione, non vanno sottovalutati i potenziali rischi per la salute legati alla poca professionalità degli operatori, non sempre l’esterofilia ha un risvolto positivo. Ad ogni modo in Italia la spesa odontoiatrica è troppo elevata, una pulizia dei denti costa in media 90 euro, un impianto in media 1.600 euro mentre per un ponte di tre denti si spendono in media 2.200 euro. Inoltre mancano  polizze malattia e coperture assicurative in grado di coprire adeguatamente le spese mediche sostenute. E’ pertanto fondamentale individuare soluzioni che permettano alle famiglie di risparmiare e al tempo stesso di ricevere servizi di qualità assicurata”. 

“Sarebbe interessante sapere da quale fonte l’ADOC ha preso questi dati, quelli rilevati dal prof. Renato Mannheimer lo scorso anno sul turismo odontoiatrico dicono cose ben diverse”, commenta il presidente ANDI Gianfranco Prada.

“Che gli italiani trascurino la propria salute orale è purtroppo un dato di fatto che da tempo sottolineiamo proponendo alle istituzioni soluzioni efficaci e percorribili; ma nessuna associazione dei consumatori ha mai supportato le nostre richieste. Sul costo delle tariffe, poi, mi chiedo su quali basi il presidente dell’ADOC abbia potuto valutare quei costi per definirli cari?”


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