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Gli italiani da una parte riducono le spese per le prestazioni sanitarie dall’altra si rivolgono al privato (per necessità) secondo una ricerca CENSIS. Non piacciono i fondi integrativi
[giovedì 6 giugno 2013]

Che ruolo sta giocando la sanità integrativa in questa fase di spending review, di manovre di bilancio che stringono la sanità pubblica, di sanità negata per tanti cittadini e di maggiore ricorso alla spesa di tasca propria da parte di tanti altri? A cercare di dare delle risposte ci ha provato il CENSIS con una ricerca presentata martedì 4 giugno in occasione della terza edizione del Welfare Day organizzato da Rbm Salute, Previmedical e Munich Health.

Stando ai dati presentati negli anni della crisi per curarsi 12,2 milioni di italiani hanno aumentato il ricorso alla sanità a pagamento (dalle prestazioni private all'intramoenia). La ragione principale è la lunghezza delle liste d'attesa (per il 61,6%) e la convinzione che se paghi vieni trattato meglio (per il 18%). La fuga nel privato riguarda soprattutto l'odontoiatria (90%), le visite ginecologiche (57%) e le prestazioni di riabilitazione (36%). Ma il 69% delle persone che hanno effettuato prestazioni sanitarie private reputa alto il prezzo pagato e il 73% ritiene elevato il costo dell'intramoenia.

Se da tempo si ipotizza che la sanità integrativa, il famoso terzo pagante, possa sopperire alle carenze dell’odontoiatria pubblica dando la possibilità ai cittadini di ottenere cure odontoiatriche a prezzi calmierati se non comprese nel costo della polizza assicurativa, la ricerca del CENSIS evidenza come ci sia ancora molta disinformazione sulla materia.

A oggi sono 6 milioni gli italiani che hanno aderito a un Fondo sanitario integrativo. Considerando anche i loro familiari, si sale a circa 11 milioni di assistiti. L'84% di essi valuta positivamente la copertura offerta.

Complessivamente il 68% degli italiani non ha mai sentito parlare di sanità integrativa (33%) o ne ha sentito parlare ma non sa cosa sia esattamente (35%). È sconosciuta soprattutto ai giovani (il 46% non ne ha mai sentito parlare) e agli anziani (44%), ed è poco compresa anche dagli adulti (il 40% dei 30-44enni non la conosce). Il 53% dei cittadini non conosce la differenza tra una polizza malattia e un Fondo sanitario integrativo, e il 57% non sa che i Fondi sanitari integrativi comportano un vantaggio fiscale rispetto alle polizze malattie.

Ma gli italiani, dai dati forniti dal CENSIS, non solo non conoscono i fondi integrativi ma non sembrano neppure disposti ad aderirvi visto che solo il 19% degli intervistati sarebbe disposto a spendere una cifra mensile per accedere ad alcune prestazioni, quota di possibili aderenti che sale al 28,6% tra i 30-44 anni. Per quanto riguarda la cifra che sarebbero disposti a versare per aderire al fondo la ricerca indica in 50 euro al mese che diventano 56 euro per una famiglia con figli e 38 per una persona single.

 


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