Si chiama “Contratto del Collaboratore” ed è stato presentato, nella sua bozza non ancora definitiva, per la prima volta al Convegno Sindacale di ANDI Lombardia svoltosi lo scorso sabato 29 giugno. Lo scopo è quello di proporre una soluzione considerata utile sia per i giovani, al fine di sottrarli alle grandi catene di imprenditoria odontoiatrica e del low cost, ma anche per i professionisti titolari di studio.
“Lo scopo di tutto questo -ha spiegato il presidente ANDI Lombardia Federico Dal Cin- è arrivare alla realizzazione del “Patto Generazionale” che per ora almeno appare l’unica strada percorribile per tutelare il futuro della nostra libera professione e dei nostri studi”.
L’oggetto del contratto è la prestazione d’opera professionale del collaboratore odontoiatra a favore dello studio in cui entra; una prestazione autonoma, senza vincolo di subordinazione.
Una autonomia che si consuma a partire dalla terapia proposta al paziente che deve rispettare un piano terapeutico redatto dal collaboratore in collaborazione con il titolare e saranno eseguite in modo del tutto autonomo, dopo l’emissione di un preventivo firmato dal paziente.
I principi base del contratto, illustrano da ANDI Lombardia, riguardano i rapporti con i pazienti considerati a pieno titolo “utenti dello studio” non personali, i rapporti economici con i pazienti, i beni strumentali, le modalità lavorative ed i rapporti con i colleghi dello studio, gli affitti e la proprietà, l’organizzazione del lavoro dei dipendenti, le ferie.
Si affrontano poi le modalità di esecuzione della prestazione sanitaria, il luogo dove esercita la professione, il rapporto con gli odontotecnici, la durata del rapporto e la riservatezza. Regolamentato anche il compenso e le modalità di pagamento che dovrà essere pari al 75% dell’utile prodotto dalla sua attività professionale calcolato sui corrispettivi realmente incassati dal titolare e comunque non inferiore al 25%.
E’ previsto anche il sostegno alla gravidanza, la clausola di esclusività del lavoro, la formazione professionale e il recesso del rapporto.
Un articolo opzionale, continuano da ANDI Lombardia, è previsto sul Patto Generazionale che, come ha spiegato il Presidente Dal Cin, significa “fare in modo che il titolare dello studio si impegni a facilitare il subentro e quindi cedere la propria attività al collega con il raggiungimento dell’età pensionabile con un indennizzo determinato alla sottoscrizione del contratto di collaborazione e che sarà corrisposto con una quota annuale che resta anche in caso di decesso del titolare e che andrebbe ai suoi eredi”.
Prima della approvazione definitiva il Contratto di Collaborazione passerà ancora al vaglio degli organismi associativi al fine di renderlo compatibile con le esigenze dei giovani odontoiatria e dei titolari dello studio.
Un successivo passo, ha auspicato Dal Cin, sarà quello di fare riconoscere il Contratto dalla Regione al fine che chi lo adotta abbia degli incentivi anche fiscali.