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Nuove tecnologie, i dentisti italiani sono all’avanguardia rispetto ai colleghi europei ma il mercato è limitato anche dal regime fiscale nazionale. Intervista al presidente UNIDI
[venerdì 4 ottobre 2013]

In vista del Dental Forum città di Asti in diretta streaming domani sul sito ildentale.it, abbiamo intervistato Gianfranco Berrutti -presidente UNIDI- uno dei partecipanti alla tavola rotonda che analizzerà l’impatto delle nuove tecnologie nello studio odontoiatrico e nel laboratorio odontotecnico.

Dott. Berrutti, l’Industria  Dentale  Italiana, da sempre all’ avanguardia, è ben rappresentata nel settore delle nuove tecnologie digitali per studio e laboratorio?

Assolutamente. L’industria italiana è apprezzata anche e soprattutto nel settore delle nuove tecnologie dove, per alcuni settori, ha fatto scuola. Questo grazie ai continui investimenti nella ricerca e nella produzione di qualità. L’odontoiatria è una professione giovane ed in continua evoluzione e l’industria italiana, come l’industria mondiale delle settore, sta guidando questi cambiamenti che, voglio ricordare, hanno come fine quello di migliorare la qualità delle cure ed ampliare le possibilità riabilitative in funzione della salute di pazienti. Per fare solo un esempio si pensi ai cambiamenti radicali nelle possibilità di cura data dagli impianti endo-ossei.

Gli studi e i laboratori Italiani  in fatto di nuove tecnologie sono allineati alla media degli altri paesi europei o  c’è ancora  per UNIDI  possibilità di crescita nel mercato interno?

La qualità dell’odontoiatria e dell’odontotecnica italiana non è in discussione e non a caso i nostri ricercatori sono tra i più apprezzati al mondo. Il nostro rapporto che annualmente presentiamo a Rimini ogni anno sull’andamento del mercato conferma che i dentisti e gli odontotecnici italiani utilizzano più materiali di qualità rispetto a quelli utilizzati dai loro colleghi europei. La crisi economia ed un sistema fiscale che non premia gli investimenti, soprattutto dei liberi professionisti, penalizza certamente il diffondersi non solo delle nuove tecnologia ma anche del naturale rinnovamento di attrezzature e arredi. Nonostante questo il mercato delle nuove tecnologie in Italia è buono. Secondo i dati FIDE l’Italia è il paese europeo con il maggior numero di radiografici digitali venduti: 7500 quelli venduti nel nostro Paese nel solo 2012 contro i 3.650 venduti in Germania.

Compatibilmente  con   la situazione economica, UNIDI  ha preso iniziative per favorire la vendita del made in Italy  nel nostro paese e agevolare il credito  agli studi e ai laboratori vostri clienti finali?

Come UNIDI continuano a richiedere al Governo di estendere ai liberi professionisti lo stesso regime fiscale e gli incentivi per l’acquisto di attrezzature definito per le imprese. Questo è stata una delle richieste avanzate al On. Lorenzin incontrata a febbraio nella manifestazione a sostengo del settore organizzata dal Tavolo del Dentale a Roma. Invece come associazione degli industriali del settore dentale non possiamo intervenire sulle scelte commerciali dei dealer, coloro che hanno rapporti con dentisti e laboratori, in merito al credito. Comunque mi sembra che oggi il credito non sia il problema dei mancati investimenti da parte dei dentisti e laboratori, il vero problema è la mancanza di pazienti e su questo aspetto tutte le forze che rappresentano il settore dentale devono fare fronte comune e lavorare insieme. UNIDI su questo aspetto è ben presente e disponibile a mettere in campo le forze necessarie.

A cura di: Davis Cussotto, odontoiatra libero professionista Twitter @DavisCussotto


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