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Salute orale degli Italiani minacciata più dalla crisi che dalla carie. La conferma dal rapporto Osservasalute 2009
[martedì 16 marzo 2010]

La salute orale degli italiani è buona ma il rischio che peggiori è tutt’altro che remoto. A confermare quanto già da tempo associazioni di settore ma anche ricerche epidemiologiche e socioeconomiche hanno dimostrato è il rapporto Osservasalute 2009 presentato oggi presso il Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”, dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Il Rapporto analizza annualmente lo stato di salute della popolazione italiana e la qualità dei servizi erogati dai Sistemi Sanitari Regionali ed in quello del 2009, per la prima volta, si occupa anche di odontoiatria. L’Osservatorio rileva come la salute orale degli italiani sia messa in crisi dalla crisi economica i cui effetti si riscontrano su più fronti e tendono a colpire soprattutto le fasce più deboli di popolazione: anziani e donne. “Sotto il peso della scarsa disponibilità economica –si legge nel Rapporto- si spegne il sorriso degli italiani, infatti il ricorso alle cure odontoiatriche, quasi sempre a carico delle famiglie, è stato un lusso che solo poco più di una famiglia su tre si è potuto permettere”.

Il ricorso alle cure odontoiatriche, sintetizzano i ricercatori, varia significativamente per età e status socio-economico, soprattutto perché il ricorso alle cure è quasi sempre a carico delle famiglie: l’86% di coloro che ha fatto ricorso a un dentista ha scelto un libero professionista. A rivolgersi negli ultimi dodici mesi ad un dentista, sia pubblico che privato sono stati il 39,7% degli italiani. I I residenti nella provincia di Bolzano i più assidui frequentatori degli studi dentistici (54,4%), quelli residenti in Campania coloro (26,0%) che nell’ultimo anno si sono recati di meno dal dentista. Soprattutto tra gli anziani e le persone con basso titolo di studio si osservano le percentuali più basse di ricorso alle visite o alle cure odontoiatriche, rispettivamente 26,6% e 26,4%. Esiste un forte svantaggio per la popolazione residente nelle regioni del Mezzogiorno dove la quota di quanti ricorrono al dentista è inferiore al valore medio nazionale.  Conseguentemente è nel Mezzogiorno che si evidenzia il numero complessivo di denti mancanti che non vengono sostituiti. Circa il 20% degli ultrasettantacinquenni residenti nel Mezzogiorno (contro il 7,1% del Nord e l’8,4% del Centro) ha meno di 21 denti, Le differenze territoriali sono rilevanti anche per le persone anziane tra i 65 e i 74 anni, tra le quali nel Sud e nelle Isole si osserva una quota di oltre il doppio di persone con meno di 21 denti rispetto al Nord (9,5% contro 4,2%).

Sul fronte delle politiche mirate alla promozione della salute orale il Rapporto rileva come ci sia una volontà del “pubblico” di porre rimedio citando l’accordo tra Ministero ed associazioni di settore, il censimento delle strutture pubbliche effettuato e le iniziative volte allo studio di campagne di promozione della salute orale. “Il mancato ricorso alle cure odontoiatriche –si legge nel Rapporto- può essere imputabile ad una molteplicità di cause, tra le quali l’assenza di patologie che richiedono il ricorso a trattamenti sanitari specifici, la mancata percezione di tale necessità ed, infine, la difficoltà ad accedere ai servizi sanitari stessi. Questa, a sua volta, può essere dovuta non solo a motivi logistici (servizi sanitari non distribuiti capillarmente sul territorio), ma anche alla mancanza di risorse economiche adeguate che di fatto ne impedisce l’accesso”.

 


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