Chi Siamo Iscriviti Archivio L'Esperto risponde Archivio SOle 24 Ore Odontoiatria  
III Workshop di economia odontoiatrica ANDI. L’odontoiatria al bivio: sopraffatti dal mercato se non si riuscirà a governalo. Ma quale modello organizzativo si dovrà sostenere?
[lunedì 22 marzo 2010]

La professione odontoiatrica al pari delle altre libere professioni fa i conti con mercato e globalizzazione: coloro che non riusciranno ad adeguarsi saranno soprafatti. E’ un po’ questa la sintesi del III Workshop economico che l’ANDI ha organizzato a Villa d’Este a Cernobbio sul lago di Como lo scorso fine settimana.

Molti gli sputi e le indicazioni che i lavori hanno offerto, dalla fotografia del settore e del mercato alle indicazioni politiche passando per le difficoltà della professione di confrontarsi con un mercato globalizzato, difficoltà comuni a molte altre professioni e piccole imprese.

Ed è forse questa costatazione, oltre ai tanti dati e analisi formulate dagli esperti economisti e sociologi presenti, che più ha spiazzato i dentisti spesso conviti di esercitare una professione che non può essere “toccata” dalle regole del mercato. Non a caso a riportare alla realtà è stato chi di mestiere racconta cosa vede, Dario Di Vico editorialista del Correre della Sera che rispondendo ad una domanda che esortava la stampa a spiegare ai cittadini che esercitare l’odontoiatria in Italia costa -al contrario di quanto avviene ad Est (si parlava di low-cost)- dice: “O riuscite a chiudere l’Ungheria oppure vi rassegnate, come fanno le altre aziende italiane, a perdere il mercato di coloro che si accontentano delle magliette da tre euro. Ma per non perdere anche il resto del mercato dovrete organizzarvi pensando e comportandovi da imprenditori”.

La fotografia della professione che cambia passa ovviamente dall’analisi delle cause: minori possibilità di spesa per i cittadini e più concorrenza che non è solo turismo odontoiatrico e franchising. Ed il suo futuro, hanno detto gli esperti, passa dalle scelte che la professione saprà fare.

La prima è se subire il cambiamento arroccandosi su posizioni insostenibili oppure guidarlo sapendosi adattare al meglio.

Ma come fare?

Per il prof. Francesco Longo, che dà per probabile l’estinzione del “piccolo” tra 15-20 anni, il settore deve decidere quale modello organizzativo vuole sostenere, puntare su strutture gestite dai professionisti o gestite da società. Ipotesi in parte sposata anche dal sociologo Gian Paolo Prandstraller ritenendo che i liberi professionisti saranno sempre indispensabili nella società futura ma che indubbiamente tenderanno a scomparire, oppure ad avere un ruolo di nicchia, chi non si adatterà alle esigenze e non saprà organizzarsi. “Il professionista del futuro a differenza di quello di ieri –dice il prof. Prandstraller- non dovrà più aspettare le richieste dei potenziali clienti ma dovrà saper “vendersi” saper creare bisogno sapersi proporre”. “Bisogna creare appetibilità, desiderabilità –dice- e anche l’odontoiatria non si sottrae a questo; voi avete a disposizione la bocca, il sorriso il viso delle persone, il desiderio della gente di apparire, di sentirsi bene”.

Anche per quanto riguarda le richieste del mercato, le esigenze dei pazienti, gli esperti indicano come è ancora possibile incidere sugli sviluppi futuri. Fondi ed assicurazioni sicuramente saranno una realtà che permetterà di sopperire alle carenze del pubblico ma è anche vero che gli accordi che verranno presi condizioneranno l’approcciarsi dei terzi paganti al problema; come organizzeranno l’assistenza.

E su questo è interessante il dato presentato dal prof. Aldo Piperno del Centro studi ANDI che rileva come l’84,7% dei dentisti che hanno risposto ad un sondaggio ritenga che sia proprio l’associazione a dover definire le regole che governano il rapporto con i fondi.

Dal punto di vista politico è il presidente dell’ANDI Roberto Callioni che raccogliendo i tanti spunti emersi rivendica il ruolo centrale dell’associazione al fine di dare una voce ai dentisti liberi professionisti ed indica in un patto generazionale tra i dentisti “anziani” ed i giovani la soluzione che possa evitare ai neo laureati di essere attrattati da service o franchising ed ai liberi professionisti di dare un futuro al proprio studio professionale.

 

 


Riproduzione vietata Ritorna alle notizie
Aiutaci a mantenere viva l'informazione de ildentale: abbonati

 
Questo sito utilizza cookie di profilazione propri e di altri siti per inviare all'utente comunicazioni commerciali in linea con le preferenze manifestate durante la navigazione.
AVVISO: D-Press sas informa che, accedendo al sitowww.ildentale.it l'utente acconsente all'uso dei cookies per le finalità sopra indicate.
Proprietà D-Press sas PI:01362010058 redazione@ildentale.it