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I centri low-cost risparmiano comprando le protesi all’estero, una buona ceramica costa al dentista italiano almeno 320 euro. Fe.Na.Od.I.: “ma quando?” Scoppia la polemica tra AIO ed odontotecnici
[venerdì 11 giugno 2010]

Continua l’interesse mediatico verso la vicenda della clinica low-cost chiusa a causa della scomparsa dei titolari spagnoli. Il Corriere della Sera torna ad informare sulla vicenda e cerca di approfondire il fenomeno del low-cost odontoiatrico riportando una dichiarazione di AIO.

L’Associazione italiana odontoiatri –si legge nell’articolo- sta esaminando, «allarmata», la situazione. È un momento delicato, per il settore. Saltano regole e paletti, c'è l'invasione dei low-cost, vince e conquista (clienti) chi ribassa di più. Prendiamo una corona: una di buona ceramica, a Milano, al dentista, che la compra in laboratorio, in media costa tra le 320 e le 450 euro; al paziente verrà rivenduta caricata del doppio. Nei centri dentistici di ultima generazione, e quelli degli spagnoli ne facevano parte, per risparmiare il dentista chiede in laboratorio una corona al massimo di 120 euro, con le conseguenze del caso, e comunque, non pensate, la rivenderà al quadruplo”.

Affermazione sul costo delle corone in ceramica che non convince il presidente della Fe.Na.Od.I. Antonio Ziliotti che affida ad un comunicato il suo disappunto.

“In trent’anni che esercito la professione di odontotecnico –scrive Ziliotti- nessun odontoiatra ha mai pagato corone di ceramica a 320 euro o addirittura, 450. Che non si tenti la solita manovrina di colpire il settore odontotecnico, quando si sa che i laboratori non sono affatto cari e, spesso, sono costretti a contenere i costi per mantenere il cliente-dentista (dal quale dobbiamo dipendere)”

Da tempo Fe.Na.Od.I Confartigianato, continua Ziliotti, chiede al Governo di intervenire con procedure atte a garantire la regolarità nella produzione di dispositivi medici su misura già da tempo minata da dispositivi provenienti da paesi esteri -per lo più India e Cina- dove il low-cost è la regola e non l’eccezione.

“I dentisti milanesi spariti con gli anticipi dei pazienti – conclude il presidente Fe.Na.Od.I- sono l’ennesimo tassello di una vicenda che la categoria degli odontoiatri, probabilmente dopo questo fatto, deciderà di affrontare con serietà e determinazione”.

Ordine che è intervenuto ieri sulla questione promettendo più controlli verso gli iscritti.


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