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Sulle offerte super scontate Groupon ribadisce che tutto è nel rispetto della legge. Intanto sulla questione Antonio Catricalà (Agcom) ammette che qualche problema sul messaggio dato può esserci
[giovedì 21 luglio 2011]

Ieri molti articoli pubblicati su vari siti e giornali hanno ripreso un lancio dell’agenzia Adnkronos Salute che informava della denuncia di ANDI all’Antitrust verso le promozioni di prestazioni odontoiatriche a prezzi iperscontati offerte dai dentisti attraverso il sito Groupon; iniziativa di cui vi avevamo informato a fine giugno.

Oggi Grouon Italia utilizza lo stesso canale, l’Adnkronos Salute, per ribadire quanto già ci aveva spiegato ovvero che si attiene scrupolosamente a quanto indicato dalla legge. Groupon Italia che aveva già chiarito a ANDI con una lettera formale la posizione del Gruppo.

In particolare Groupon Italia precisa ad ANDI che "l'articolo 2 (lettera b) del Dl 223/2006, convertito in legge 248/2006, ha  abrogato, dalla data dell'entrata in vigore, le disposizioni  legislative e regolamentari che prevedono, con riferimento alle  attività libero professionali e intellettuali, il divieto, anche  parziale, di svolgere pubblicità informativa circa i titoli e le  specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio  offerto, nonché il prezzo e i costi complessivi delle prestazioni. Di  conseguenza - afferma - la categoria degli odontoiatri può fare  pubblicità informativa, indicando le prestazioni che è possibile  fornire e il prezzo, liberamente determinato, che deve soltanto essere commisurato alla difficoltà, alla complessità, alla qualità della  prestazione e deve tener conto delle competenze e dei mezzi impegnati  (articolo 54 del Codice deontologico medico)".

Sull’esito della denuncia di ANDI dall’Antitrust non vogliono rilasciare dichiarazioni prima che la questione non sarà affrontata dal Collegio dell’Autorità. Però in una intervista che sarà pubblicata sul Giornale dell’Odontoiatra del gruppo Elsevier di settembre, il presidente dell’Autority, Antonio Catricalà, ammette che gonfiare il costo delle prestazioni per indicare sconti molto consistenti potrebbe essere considerato un messaggio ingannevole.


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