Pubblichiamo il commento del presidente AIO Pierluigi Delogu al servizio di Stricia la Notizia sulle discordanze di diagnosi e preventivi di alcuni dentisti.
Eccoci di nuovo a discutere di informazione strumentale o distorta sulla nostra categoria professionale. Il mio commento sul servizio di Striscia la notizia del 08.03.2012 è sicuramente pleonastico e non può che stigmatizzare tale metodologia di comunicazione con il pubblico sopraffatto da una serie di input di tipo sensazionalistico che mirano a confondere più che chiarire.
Voglio cogliere questa occasione per analizzare la situazione in modo più esteso e proporvi delle riflessioni che ne sono scaturite. Qual è la motivazione che ha ispirato la redazione di “Striscia” e il suo brillante inviato sig. Laudadio? Appare chiaro che, ancora una volta, con una innegabile tempestività rispetto alla agenda politica, si sia portato un attacco deliberato alla libera professione Odontoiatrica.
E’ proprio il concetto di libero rapporto tra paziente e professionista che viene messo in discussione. Si vuol far passare il principio che il modo di operare e di rapportarsi al proprio paziente deve essere uno e uno solo e possibilmente codificato entro dei binari che comprendano procedure , costi e addirittura tempi di operatività. Tutti questi parametri sono peculiari delle attività commerciali ed è chiaro come si sia voluto assimilare la professione odontoiatrica che è intellettuale a una attività produttiva di tipo commerciale.
Questo fatto ottiene l’effetto di deviare il concetto che il paziente ha del suo curante valutandolo in base alla lettura delle sue “istruzioni per l’uso”. Il rapporto fiduciario chiamato “alleanza terapeutica” nel quale anche il paziente diventa attore protagonista della sua salute è un requisito fondamentale per declinare dei percorsi personalizzati e soggettivi in base alle diverse esigenze di ogni individuo. Come potremo giustificare, anche economicamente, una visita di 2 ore per tutti i cittadini/pazienti odontoiatrici ? In un nanosecondo avremo decuplicato la richiesta di spesa odontoiatrica nella popolazione, che fra l’altro se ne fa carico completamente! Se il professionista ritiene di dedicare 30 minuti e di eseguire gli esami minimamente invasivi perché si trova di fronte ad una situazione obiettiva di salute orale, egli è un ignorante o negligente? Nella visita ginecologica, si esegue sempre un tampone vaginale?
In merito all’indagine di Striscia la Notizia mi piacerebbe sapere quanti professionisti sono stati “intervistati” prima di arrivare a 4 casi in cui si sono esplicitate delle diagnosi differenti, e infine se ci si è accertati che questi fossero iscritti all’Albo e abilitati all’esercizio professionale perché, a ben vedere, l’ultimo, che ha prescritto solo l’igiene, era vestito in maglietta e jeans e non indossava i guanti. Ahi, Ahi, Ahi.
Come Associazione Italiana Odontoiatri in rappresentanza della categoria chiederemo con urgenza diritto di replica e chiarimento alla redazione di Striscia, con una considerazione che ci lascia l’amaro in bocca. Da anni, con duro lavoro, stiamo lentamente creando una coscienza della salute orale nei cittadini speriamo non basti un servizio di tre minuti per tornare indietro di 20 anni.
Pierluigi Delogu: Presidente nazionale Associazione Italiana Odontoiatri