Dopo quanto ci aveva dichiarato “a caldo” subito dopo la trasmissione del servizio che ha evidenziato le divergenze diagnostiche di alcuni dentisti, il presidente ANDI ha deciso di dedicare un editoriale ed un video-editoriale all’argomento.
Ribadendo l’importante ruolo svolto da Striscia la Notizia nella lotta all’abusivismo il presidente ANDI Gianfranco Prada ammette che il servizio andato in onda l’8 marzo scorso ha sicuramente destato perplessità in molti pazienti e colleghi. Ma dopo alcuni approfondimenti (anche noi avevamo pubblicato i retroscena del servizio) Prada sostiene che il servizio “possa essere, in un certo qual senso, essere riabilitato” alla luce delle reali negligenze diagnostiche commesse dai dentisti coinvolti.
“Striscia –scrive il presidente ANDI- ha commesso invece l’errore di quantificare la durata della visita al San Raffaele in due ore, che in realtà è stato il tempo complessivo dedicato a: intervista, visita, esecuzione in altro reparto dell’ OPT, esecuzione delle rx bite-wing, igiene orale e ablazione del tartaro, fornendo in tal modo una distorsione della reale tempistica”.
“Certamente –continua Prada- dal servizio è emerso un messaggio importante per tutti noi, quello di valorizzare maggiormente la “visita odontoiatrica”: si tratta di un momento fondamentale per effettuare una corretta diagnosi e relativo piano terapeutico, serve il giusto tempo e questo tempo, se non rientra in programmi e campagne di prevenzione, deve essere equamente retribuito dai pazienti. Ci possono stare le valutazioni diverse fatte dai Colleghi sulla necessità o meno di interventi su carie magari iniziali e che necessitano solo controllo nel tempo e pertanto non ritengo per niente “scandaloso”, come ha invece fatto passare “Striscia”, che ci possano essere piani terapeutici e preventivi differenti (a parte quello della Collega che ha proposto la sola igiene orale)".
Prada che non condivide anche le dichiarazioni del presidente CAO di Milano.
“Sono poi stupito –scrive- per le dichiarazioni rese nel servizio dal dott. Valerio Brucoli che, pur oggetto di tagli da parte di “Striscia”, non ha saputo ribadire i semplici concetti che ho espresso sopra, facendo nel pubblico sorgere il dubbio di impreparazione della categoria, affermando che serve un tempario come indice di professionalità, che servono programmi di aggiornamento per i dentisti e che è necessario che lo Stato si attivi per verificarne la preparazione. Sono convinto che il livello professionale degli odontoiatri italiani sia ottimo e la conferma deriva dalla qualità delle cure odontoiatriche nel nostro Paese, che il mondo intero ci invidia”.