Sarebbero quasi mille gli studenti italiani iscritti nelle università romene sede di corso di laurea in odontoiatria. A riallarmare la professione odontoiatrica sul rischio di “invasione” di odontoiatri italiani laureati all’estero è il Corriere della Sera di lunedì scorso in cui viene riportata l’esperienza di alcuni studenti italiani iscritti all’Università rumena Vasile Goldis di Arad.

Secondo il quotidiano quest’anno ci sarebbe stato un vero e proprio bum di iscrizioni a medicina ed odontoiatria; 5mila sarebbero gli iscritti stranieri, circa 1000 gli italiani che avrebbero scelto odontoiatria, 208 quelli iscritti alla facoltà di Arad.

Da tempo il settore è preoccupato della possibilità per gli studenti europei di iscriversi e laurearsi in un ateneo comunitario e poi farsi riconoscere il titolo di studio in Italia in quanto permetterebbe di aggirare l’obbligo del test di ammissione che, di fatto, diventa nel nostro Paese uno sbarramento all’accesso alla professione di odontoiatra. Spagna e Romania le mete preferite dagli aspiranti dentisti italiani anche se proprio la Romania, per via delle rette più economiche (bastano circa 4mila euro all’anno per le tasse universitarie e l’affitto di una casa in Romania contro gli oltre 10 mia euro necessari per coprire le sole spese universitarie spagnole) è più appetibile.

Ma per i laureati romeni il percorso per vedere riconosciuto il proprio titolo di studio potrebbe non essere agevole.

Da tempo il Ministero della Salute italiano in accordo con quello dell’Università in Romania e la Comunità europea effettuano rigorosi controlli prima di riconoscere i titoli di studi conseguiti negli atenei rumeni, valutando ogni singolo caso in particolare per quelli provenienti da 13 atenei rumeni.

“In considerazione del fatto che questo Ministero non è a tutt'oggi in grado di distinguere i cittadini italiani che hanno regolarmente seguito un corso di studi da coloro che non lo hanno effettuato –aveva detto l’ex ministro della Salute Ferruccio Fazio rispondendo ad un interrogazione parlamentare nell’ottobre scorso- si è ritenuto di assumere un atteggiamento estremamente prudenziale, operando una netta distinzione rispetto alle istanze avanzate dai cittadini romeni, per le quali si è proceduto nel rispetto delle modalità e dei tempi previsti dalla direttiva 2005/36/CE”.

Per questo il Ministero, oltre ad aver coinvolto la Commissione europea sul problema, ha intrapreso diverse e iniziative volte ad acquisire informazioni puntuali  presso le competenti autorità romene su ciascuno dei cittadini italiani che avevano presentato istanza di riconoscimento. In questo lavoro, precisa il Ministro, vi è stata una piena collaborazione della autorità competenti romene.

Ma per ora di invasione di italiani con titolo di studio estero ottenuto in università spagnole o rumeno non c’è stato: 32 i titoli rumeni riconosciuti in Italia nel 2011 mentre sempre 32 sono stati quelli spagnoli secondo i dati forniti dal Ministero della Salute.

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