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Italia al primo posto in Europa per affetti da epatite C, 1,5 milioni i portatori cronici. Le precauzioni per lo studio odontoiatrico
[martedì 19 giugno 2012]

Italia maglia nera in Europa per le epatiti facendo registrare in Europa il maggior numero di persone positive al virus dell'epatite C, con oltre 1,5 milioni di portatori cronici di cui 330 mila con cirrosi epatica. Questa infezione virale è anche la causa del 70% dei trapianti di fegato. E proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla rilevanza delle epatiti, oggi a Roma si è svolto il convegno “Le epatiti virali: urgenze, gestione e ottimizzazione delle risorse in Italia”, patrocinato dal Senato, durante il quale è stato anche messo in evidenza il costo mensile di un malato: dai 300 euro per chi ha epatite cronica ai 1.450 euro per un trapiantato, passando per i 550 euro per chi soffre di cirrosi, ai 1.300 per un paziente con epatocarcinoma.

Lo studio dentistico rimane uno dei luoghi dove il rischio contagio, anche degli operatori è alto ma facilmente evitabile e prevenibile.

La comunità scientifica indica che per il controllo delle infezioni, la sterilizzazione con l’autoclave a vapore d’acqua è il mezzo migliore utilizzabile nello studio dentistico, l’unico convalidabile, in quanto regolamentato da una precisa norma europea (EN 554). Il processo a vapore acqueo consente inoltre il corretto confezionamento dello strumentario a garanzia della “conservazione” della sterilità fino al momento dell’utilizzo del dispositivo.

La pulizia con acqua e detergenti, al fine di rimuovere il materiale organico e inorganico, è necessaria per assicurare il corretto esito della disinfezione e sterilizzazione. La rimozione del materiale organico determina un importante riduzione della popolazione microbica.

Questi gli obblighi che come datore di lavoro il dentista deve rispettare secondo quanto dettato dalla 81/08 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro:

- Effettuare la valutazione del rischio, tenendo conto di tutte le informazioni disponibili sulle caratteristiche degli agenti biologici e delle modalità lavorative;

- Adottare misure protettive e preventive in relazione al rischio di esposizione;

- Effettuare nuovamente la valutazione del rischio in occasione di modifiche significative dell’attività lavorativa e qualora siano passati tre anni dall’ultima effettuata;

- Se la valutazione mette in evidenza un rischio per la salute o la sicurezza dei lavoratori, adottare misure tecniche, organizzative e procedurali idonee, al fine di evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti biologici, nonché di misure igieniche;

- Adottare misure specifiche per le strutture sanitarie e veterinarie, per i laboratori e per i processi industriali;

- Adottare specifiche misure per l’emergenza in caso di incidenti che possono provocare la dispersione nell’ambiente di agenti biologici di gruppo 2, 3 o 4;

- Adottare misure idonee affinché i lavoratori e/o i loro rappresentanti ricevano una formazione sufficientemente adeguata.

Sull’argomento leggi anche:

[giovedì 1 luglio 2010] Linee guida Ispel per lo studio odontoiatrico 

Manuale ANDI prevenzione delle infezioni in odontoiatria


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