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Vicenda dei medici iscritti all’Albo degli odontoiatri di Milano senza averne i requisiti. Abbiamo intervistato il presidente CAO Valerio Brucoli
[mercoledì 26 settembre 2012]

Dopo la nostra notizia che indicava l’iscrizione di alcuni laureati in medicina specializzati in chirugia maxillo facciale all’Albo degli odontoiatri di Milano abbiamo intervistato il presidente CAO del capoluogo lombardo per sentire la sua versione.

Dott. Brucoli, ci conferma che oltre 20 vostri iscritti, pur non avendo i requisiti necessari, sono stati ugualmente iscritti all’Albo degli odontoiatri?

Stiamo parlando di una vicenda molto complessa il cui inizio risale addirittura al 1989, quando non era ancora chiaro quali fossero le specialità di area odontoiatrica, come invece successivi pronunciamenti a vario livello hanno ben chiarito. E’ una di quelle vicende nota da  parecchio tempo che per essere ben compresa necessiterebbe ripercorrere  passo dopo passo i trentadue anni che ci separano dalla nascita del corso di laurea in odontoiatria ad oggi e che hanno visto anche momenti molto conflittuali nel nostro Ordine. Per fortuna oggi non è più così perché oramai i principi sono acclarati (questo è importante sottolinearlo): ma questo non toglie che rimangono da risolvere diverse situazioni sia di carattere generale (si pensi all’infinita storia della legge 386) che individuale come questa vicenda che coinvolge i nostri iscritti (che comunque sono meno di 20).

Però iscrivendoli avete commesso un illecito?

Ripeto, è una storia che viene da lontano: nel 1998 l’allora Consiglio Direttivo, basandosi su precedenti delibere (ecco che si risale a 10 anni prima), decise di “annotare” questi colleghi iscritti all’Albo Medici dandogli la possibilità di esercitare l’Odontoiatria. I  successivi passaggi decisi sempre dal Consiglio Direttivo a cui è in capo la responsabilità delle iscrizioni, sono conseguenti all’abolizione dell’annotazione recepita dall’ordine di Milano nel 2008.

Una vicenda che nasce nel 1989, al tempo nessuno prese posizione?

Fu una vicenda che ebbe diversi strascichi, anche giudiziari, uno dei tanti passaggi che sono poi serviti per arrivare alla definizione di quello che oggi è un principio chiaro. Però ora, riferito a questi colleghi (e solo a loro), si discute di altro, se loro possano o meno far valere un diritto acquisito.

Perchè viene alla luce solo oggi?

Ripeto, è una vicenda nota da tempo a cui si è voluta dare una risonanza mediatica.

Ora come Ordine come vi muoverete? Se li cancellerete dall'Albo non potranno più fare i dentisti.

L’attuale Consiglio Direttivo attende indicazioni dal Ministero. Se dirà che devono essere cancellati, credo che il Consiglio dovrà seguire l’indicazione. Mi aspetto comunque che la cosa possa avere un prosieguo in Tribunale.

L'AIO chiede che vengano verificate le iscrizioni degli iscritti all'Albo in tutte la Omceo. Si troveranno altri medici che non potevano iscriversi?

Non so cosa sia successo negli altri Ordini, ma l’acceso dibattito che per anni c’è stato nel nostro Ordine non era certo una esclusiva


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