Ancora una volta la Corte di Giustizia Europea, con la sentenza del 28 febbraio scorso, considera gli Ordini professionali delle associazioni d’impresa. Questa volta per giudicare, e condannare, l’Ordine degli esperti contabili portoghesi reo di aver di fatto imposto un sistema di formazione obbligatoria che elimina la concorrenza degli altri provider.
L’Ordine portoghese aveva adottato un regolamento secondo il quale gli iscritti devono conseguire in due anni 35 crediti formativi obbligatoriamente verso due argomenti, uno etico e normativo e l’altro di carattere professionale. Per il primo argomento la formazione può essere erogata esclusivamente dall’Ordine stesso.
Su questo punto anche l’Antitrust portoghese aveva già condannato nel 2010 l’Ordine degli esperti contabili portoghesi per aver causato una distorsione della concorrenza in violazione del diritto dell’Unione riservandosi parte del mercato della formazione.
Secondo la Corte europea un regolamento adottato da un Ordine professionale che pone in essere un sistema di formazione obbligatoria al fine di garantire la qualità dei servizi professionali erogati dagli iscritti “configura una restrizione della concorrenza vietate dall’articolo 101TFUE quando elimina la concorrenza per una parte sostanziale del mercato rilevante a vantaggio di tale ordine professionale ed impone per l’altra parte di detto mercato condizioni discriminatorie a danni dei concorrenti di detto Ordine professionale”.
La decisione della Corte di Giustizia Europea risulta importante anche per l’Italia in quanto l’Ordine dei Medici, come imposto dalla riforma degli Ordini professionali, sta definendo il proprio regolamento anche per quanto riguarda la formazione continua dei propri iscritti.
Sull’argomento leggi anche:
[10/09/2012] Riforma delle professioni: approvato il decreto. Cosa cambia su formazione, assicurazione e pubblicità
[17/10/2012] ECM e sanzioni: la parola d’ordine è incentivi ma il nuovo codice deontologico di medici e dentisti conterrà indicazioni per sanzioni specifiche per chi non si aggiorna. I pareri di Balduzzi e Bianco